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Evasione fiscale da 7 milioni di euro per una società veronese

Un sequestro preventivo per beni di valore equivalente è stato disposto dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di una società operante nel settore dei servizi logistici per la distribuzione di merci

Fiamme Gialle

La Guardia di Finanza di Verona, all’esito di specifiche attività di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, nei giorni scorsi ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per circa 7 milioni di euro. Il provvedimento, assunto dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica, è stato emesso nei confronti di una società della provincia operante nel settore dei servizi logistici relativi alla distribuzione di merci. Il sequestro è stato disposto in ragione di imposte evase, quantificate in euro 6.964.681,61, che i finanzieri del Comando provinciale scaligero hanno ora assicurato allo Stato sequestrando corrispondenti liquidità bancarie nei confronti della società e di un indagato. 

Le imposte evase erano state scoperte al termine di una verifica fiscale svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona. In particolare, la suddetta società, negli anni dal 2012 al 2016, aveva utilizzato fatture per operazioni inesistenti (FOI) emesse da cinque consorzi della provincia, indicando nelle proprie dichiarazioni fiscali elementi passivi fittizi per oltre 32 milioni di euro, ed evadendo una corrispondente imposta sul valore aggiunto pari all’importo oggetto di sequestro. 

Più in dettaglio, i consorzi avevano affidato l’esecuzione dei servizi di facchinaggio a proprie cooperative, nei confronti dei cui lavoratori, tuttavia, la società appaltante aveva mantenuto un potere gestionale diretto. Il rapporto contrattuale non poteva essere considerato come appalto genuino, ma come una vera e propria somministrazione di manodopera da parte dei consorzi effettuata a favore della società verificata.

In tal modo i consorzi si sono interposti tra la società e le cooperative, con il risultato che le fatture emesse da costoro nei confronti della stessa società ispezionata sono state considerate riferite ad operazioni inesistenti in quanto relative a prestazioni non svolte effettivamente dai consorzi, con conseguente indebita detrazione dell’IVA.

Per questi motivi i finanzieri hanno denunciato alla competente Autorità giudiziaria il presidente ed il vicepresidente del Consiglio di amministrazione della società per l’ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di documenti fittizi, nonché i legali rappresentanti dei cinque consorzi per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti. 

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