Un rito fatto di voce sola e di musica che sembra comporsi sulle parole.
Con i timbri pastosi e laceranti di Roberto Latini e con i versi di Mariangela Gualtieri ci apriamo a La delicatezza del poco e del niente, lo spettacolo che venerdì 28 settembre ha inaugurato la stagione 2018-2019 del teatro Laboratorio di Verona.
Ad attenderci già sulla scena, nel teatro gremito di pubblico, l’attore e regista che puntualissimo, alle 21, da il via al recital. Un rito fatto di voce sola e di musica che sembra comporsi sulle parole. Niente di meno, del resto, era quello ci aspettavamo dal compositore Gianluca Misiti, che spesso collabora con Latini. Il corpo, il gesto sono parola e musica insieme. Parola che ci conduce nello spazio del sentire, nello spazio dell’emozione, trasportati con leggerezza nel mondo della poetessa cesenate. Un mondo fatto “di spiritualità suadente, di bellezza umana che si specchia nella bellezza della terra, di profumi soffusi, di amori spezzati, di nostalgie volute, di ferite identiche, di sollievo che viene da un frutto, d’imperturbabilità di Dio, di vegetazione che sospira leggera”.
Richiamato in scena dagli interminabili applausi del pubblico Latini rientra e concede il bis. Cala il sipario. Della serata a noi resta quella sensazione così efficacemente espressa da Montale: «Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto».
Prossimo appuntamento della cinquantesima stagione del Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio di Verona venerdì 12 e sabato 13 ottobre con lo spettacolo Mezzanotte per amar diretto e interpretato da Isabella Caserta e Francesco Laruffa.