Giovedì 6 settembre alle 20:45 a Villa Buri si avvia la campagna di raccolta firme sulla proposta di ristrutturazione dell’ex Area Tiberghien, formulata da Azione Comunitaria.
La premessa al progetto è che: «Abitare in un luogo significa anche viverci, respirare, muoversi – spiegano gli organizzatori -. Non possiamo astrarci dall’essere persone, dotate di una dimensione fisica, economica, ma anche emozionale. Nei nostri quartieri di periferia si assiste una progressiva compressione degli spazi di relazione (aree verdi, negozi di Comunità, grandi spazi dedicati al lavoro collettivo) e ad un conseguente isolamento degli individui. La solitudine è uno dei più grandi problemi del nostro tempo».
Il progetto si focalizza in tre punti, vediamo quali sono:
1) si chiede che gli edifici di pregio industriale che sono stati mantenuti nell’area dell’ex Tiberghien, su lato OVEST verso Verona, siano ristrutturati per consentire manifestazioni, teatri sperimentali, laboratori didattici. Questi spazi Pubblici, gestiti dalla Circoscrizione, denominati come: “Sala della Comunità”, potranno consentire la presenza di una sala con 70 posti a sedere, un palcoscenico di 35 mq, uno spazio per il fonico e per l’impianto luci, un camerino e tre sale laboratorio (arti visive, letteratura, teatro e musica) con i relativi servizi a supporto;
2) si auspica la presenza sul lato EST, verso Vicenza, negli edifici non abbattuti, di un’area dedicata alla vendita di prodotti DOC, DOP, IGP e di Prossimità (KM 0), con particolare riferimento al territorio veronese ed alla bioregione Adige-Atesina (ricordiamo che il Parco dell’Adige con il suo Giarol Grande, si trova proprio di fronte all’insediamento);
3) da pianificare anche una grande area verde attrezzata su Via Unità d’Italia, autentica porta d’ingresso alla città, con una piazza centrale alberata che connetta le diverse attività/presenze che animeranno il nuovo centro Tiberghien. Per quanto riguarda i parcheggi sarà utile una riqualificazione dell’area pubblica già esistente su via Tiberghien, invece di sottrarre spazio prezioso al verde e alla piazza centrale.
«Sappiamo perfettamente consci delle difficoltà, degli interessi contrapposti, dell’esiguità di risorse (anche se per altri progetti, come la bellissima palestra polifunzionale di Quinto a Verona, i soldi si sono trovati), ma se all’inizio di un percorso già si deprimono le proprie aspettative, cosa mai ne resterà alla fine? – commentano da Azione Comunitaria e spiegano – Abbiamo agito su tre elementi che ci stanno particolarmente a cuore: la partecipazione, l’economia di prossimità, la sintonia con la biosfera che ci circonda. Ora necessitiamo di una Comunità vitale e pluralista, che sappia guardare con fiducia al Bene Comune che per noi precede per importanza sia la legittima convenienza privata, sia le contrapposizioni politiche».