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Spettacoli

Grande attesa per la Paul Taylor Dance Company

Il 17 e 18 agosto al Teatro Romano l’ensemble newyorkese ospite per la prima volta a Verona. La compagnia, nata nel 1954, è un’icona della modern dance del Novecento

Paul Taylor Dance Company - Promethean fire
Paul Taylor Dance Company - Promethean fire

Dopo il grande successo dei Momix continua la “festa” della danza “born in the USA”: nell’ambito della settantesima Estate Teatrale Veronese il 17 e 18 agosto alle 21 il Teatro Romano ospita la Paul Taylor Dance Company, icona novecentesca di quella contemporaneità statunitense frutto degli stili di Martha Graham e Merce Cunningham che furono entrambi maestri dell’eterno “bad boy” Paul Taylor.

Paul Taylor Dance Company - Piazzolla Caldera

Paul Taylor Dance Company – Piazzolla Caldera

L’ensemble, ora fondazione, è stato creato nel 1954 da Taylor, considerato da molti il più grande coreografo americano vivente. Icona indiscussa della modern dance americana, in oltre sessant’anni di attività, Paul Taylor (che il 29 luglio ha compiuto ottantotto anni) ha creato oltre centoquaranta coreografie e continua a crearne, ormai  vive lontano dai riflettori a Long Island ma da qui dà ancora un importantissimo contributo artistico e intellettuale alla compagnia.

Certe sue creazioni degli anni 50 precorritrici dei tempi sono entrate nella storia della danza: come il suo assolo in camicia bianca, sottile cravatta nera, giacca e pantaloni dal taglio elegante, che anticipava di vent’anni e più gli “yuppies” dell’Upper West Side di New York. La genealogia della sua arte l’ha meravigliosamente riassunta Laura Shapiro sul Newsweek: «In principio c’era Martha Graham che ha cambiato il volto della danza e ha scoperto un nuovo mondo, seguita da Merce Cunningham che ha spogliato le forme esteriori per penetrare nel cuore del movimento, ed infine c’è Paul Taylor che fa penetrare il sole all’interno della danza». I critici statunitensi prima, poi quelli europei, hanno cercato, al di là degli elogi, di spiegare l’enorme fortuna della danza di Paul Taylor in Europa. La ragione potrebbe essere la sua “atemporalità”, la sua base classica che si fonde con l’eredità di Martha Graham “alleggerita”, in chiave metafisica, di elementi drammatici. Tutto questo su musiche sempre particolarmente belle e raffinate.

La compagnia newyorkese proporrà Cloven Kingdom del 1976, Piazzolla Caldera del 1997 e Promethean Fire del 2002, tre capolavori tutti e tre a firma di Taylor. Cloven Kingdom (Regno spaccato) mostra la doppia natura di dodici danzatori in abiti da sera: otto donne che volteggiano a ritmi mozzafiato in eleganti abiti jersey e quattro uomini in frac. La dignità formale finirà con lo svanire e una scimmia, citando Spinosa, sottolineerà che “l’uomo è un animale sociale”. Piazzolla Caldera rivisita invece il tango ricercandone i più reconditi istinti e assimila le donne e gli uomini che lo danzano a predatori sessuali che difendono il proprio territorio. E per finire, il toccante Promethean Fire: commissionato a Taylor all’indomani dell’11 settembre, evoca speciali dimensioni spirituali su toccate, preludi e corali di Bach mentre sembra prendere forma, in scena, una sorta di cattedrale umana. Tre capolavori imperdibili mai rappresentati a Verona.

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