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Il PD diviso sulle sorti del Circolo ufficiali di Castelvecchio

Torna puntuale la querelle sull’utilizzo da parte dei militari dell’ex Corte della reggia. A resuscitare le polemiche la deputata del Movimento 5 Stelle Businarolo. D’Arienzo e Rotta, del Partito Democratico, su fronti opposti

Circolo Ufficiali di Castelvecchio, Verona
Circolo Ufficiali di Castelvecchio, Verona

“Cerchiamo aiuto per scrivere la storia del Circolo Ufficiali di Castelvecchio” si legge sul sito. Ma il rischio è che la storia della permanenza delle Forze Armate nella prestigiosa sede in riva all’Adige termini prima di leggere il libro che la racconti. E non è una storia da poco: arsenale con Napoleone fin dai primi anni dell’Ottocento, mantenuto tale dagli Austriaci fino al 1866, il castello negli anni Trenta dell’Ottocento ha visto nascere la Scuola di artiglieria. È rimasto armeria e caserma anche dopo la costruzione dell’Arsenale di Radetzky alla Campagnola e con la successiva Amministrazione italiana.

Di tanto in tanto la querelle sul Circolo ufficiali e sul suo ristorantino in riva all’Adige riaffiora. Da una parte c’è chi vorrebbe che l’ex Corte della reggia diventasse patrimonio della città; dall’altra le controffensive dei militari, che non hanno alcuna intenzione di cedere l’accampamento, difeso a suon di iniziative culturali. A resuscitare le polemiche è stata questa volta la deputata del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo, che è per il trasferimento; ma cattura l’attenzione la frattura che si è creata all’interno del PD, con il deputato e finanziere Vincenzo D’Arienzo decisamente schierato con gli occupanti e la collega Alessia Rotta sul fronte opposto.

«La destinazione deve essere pubblica, l’uso culturale» dichiara Businarolo, che aggiunge: «Castelvecchio spetta al Comune. Lo dice la legge 22/2012 sul federalismo demaniale; lo dice anche una mozione votata a maggioranza dal Consiglio comunale il 17 marzo 2016, che ha chiesto allo Stato di cedere l’area occupata. Lo dice anche il buon senso: l’edificio scaligero, restaurato da Carlo Scarpa, è uno dei simboli di Verona».

La deputata pentastellata è partita decisa con un’Interrogazione presentata al ministro della Difesa Elisabetta Trenta, dove chiede di individuare “le soluzioni più idonee atte all’acquisizione della proprietà dell’intero compendio da parte del Comune di Verona e dirette ad individuare una valida alternativa per lo spostamento della sede del Circolo unificato”.

Ponte di Castelvecchio, Verona (foto Verona In)

Ponte di Castelvecchio, Verona (foto Verona In)

«Da parte del Consiglio comunale c’è un’indicazione chiara – afferma Alessandro Gennari, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle – con sollecitazioni arrivate da diversi gruppi politici. Poi a livello ministeriale qualcosa si è inceppato, già con il precedente esecutivo». Un’opportunità turistica che però non viene sfruttata secondo Gennari, che riguardo al ristorantino in riva all’Adige dice «che potrebbe essere messo a disposizione di un’utenza internazionale».

D’Arienzo parla di richieste «tragicomiche» e dopo aver ricordato che il Circolo Ufficiale di Castelvecchio è parte integrante del mondo militare invita i grillini ad aggiornarsi sulle leggi che regolano la materia: «Le norme richiamate in causa sono superate dall’art. 56-bis del “Decreto del Fare” (Decreto legge 21.6.2013, n.69) che ha dettato la nuova procedura per il trasferimento dei beni immobili dello Stato agli enti territoriali fissando il termine perentorio per farne richiesta dal 1° settembre 2013 al 30 novembre 2013. La mozione del Consiglio Comunale era palesemente fuori tempo e, pertanto, oggi possiamo definirla una mera dichiarazione di intenti». D’Arienzo termina con una domanda retorica: «l’attuale Amministrazione è favorevole al trasferimento?».

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Rotta si dichiara «felice, da veronese e da cittadina italiana, che si riportino gli spazi di Castelvecchio alla città e alla fruizione pubblica. Durante la scorsa legislatura – spiega la deputata del Partito Democratico – mi sono impegnata affinché lo spazio occupato dal circolo ufficiali fosse riannesso al museo e riconsegnato alla città. Purtroppo non siamo riusciti a ottenere i risultati aspettati nei tempi previsti. Di certo non mancheranno luoghi conformi ad ospitare il prestigioso circolo, e conclude: «Nessun intento volto a penalizzare i militari, ma solo la consapevolezza che quello che è uno dei simboli di Verona, per storia e valore artistico, debba essere sfruttato in tutte le sue potenzialità e messo a disposizione dei turisti e dei residenti». L’assedio continua. g.m.

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