Misura per misura, in scena dopo 30 anni al Teatro Romano di Verona dal 19 al 21 luglio in anteprima nazionale, è un’opera di William Shakespeare cupa ed attuale, di difficile collocazione, inserita tra tragedia e commedia, immersa nell’attrazione del male e nella fascinazione dell’ambiguo.
Lo spettacolo, terzo appuntamento della 70ᵃ edizione dell’Estate Teatrale Veronese, è prodotto dal Teatro Stabile di Verona e dal Teatro della Toscana, nella traduzione di Masolino d’Amico e con la regia di Paolo Valerio. L’evento è stato presentato mercoledì 18 luglio dall’assessore alla Cultura Francesca Briani insieme al direttore artistico dell’Estate Teatrale Paolo Savorelli, al regista e direttore del Tetro Stabile di Verona Paolo Valerio, con la presenza dell’attore Massimo Venturiello e di tutti gli interpreti dello spettacolo.
«Trovo che questo sia un anno molto importante per il festival – dichiara Valerio –. Si tratta di una realtà attiva e unica, nata dalla brillante intuizione di Renato Simoni nel 1948. Programmando tutt’ora debutti nazionali si garantisce l’autenticità e il senso della manifestazione. Certamente rappresentare prime nazionali è faticoso e molto costoso e riuscire a portare in scena Misura per misura è stata una sfida, poiché si tratta di un’opera difficile e poco rappresentata in Italia».
Il regista individua il testo come un lavoro assolutamente attuale: «Lo spettacolo – continua Valerio – ci palesa la costante contemporaneità di Shakespeare trattando dell’ambiguità del potere e della legge. Questo continuo gioco nel quale i personaggi diventano meravigliosamente umani, ci coinvolge e ci fa sentire partecipi e complici. Risulta sorprendente che un “infinito” autore come Shakespeare riesca a interpretare tramite la poesia la nostra realtà trattando tematiche drammatiche come la violenza sulla donna e l’abuso di potere con durezza e realismo».
Simone Faloppa, un giovane attore interprete dei personaggi Gomito e Bernardino descrive l’esperienza come «un connubio che unisce attori di generazioni differenti costretti a trovare una lingua e un codice per poi sviluppare l’argomento vero dello spettacolo, ossia la punizione del sesso. In un testo così chiaroscurale la tematica è affrontata con l’arma del sorriso, affidando ai comici il compito di presentare situazioni dure e aspre».
Il conflitto tra giustizia e grazia, tra azione e parola, tra apparenza e realtà, tra vizio e moderazione sono i temi controversi che attraversano il testo e che si rispecchiano nello spirito umano e nella società stessa. Sulla scena appare un mondo fuor di sesto, contagiato da un morbo sconosciuto capace di sedurre e manipolare i rapporti umani. La macchinazione e il travestimento sono aspetti fondamentali sia del testo che del mondo attuale, azioni continuamente confuse e sovrapposte, al fine di illudere e confondere, mascherando la realtà e il male che la caratterizza. Eppure, in una società così inferma, attratta dal fascino del male, la forza dell’amore e della bellezza, forse domineranno sulla schiavitù della paura e dell’istinto.
Zeno Massignan

Zeno Massignan è nato a Verona nel 1988, laureato in Lettere con un percorso in Storia dell’Arte, laureato in Gestione ed Economia dell’Arte. Ha lavorato nel settore marketing e comunicazione per alcune istituzioni museali. Pratica e insegna judo, appassionato di arte, apprezza la convivialità e la vita all’aria aperta. zeno.massignan@hotmail.it
