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Interviste

La nuova legge sulla stampa, Businarolo promette «Avanti tutta»

INTERVISTA – Sul tema della riforma della legge sulla stampa e in particolare per quanto riguarda il reato di diffamazione e la querela temeraria, abbiamo sentito il parere della deputata del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo, membro della Commissione Giustizia alla Camera

Francesca Businarolo
Francesca Businarolo

INTERVISTA – In Italia la professione giornalistica è regolata dalla legge n. 47 del 1948, nata per disciplinare le pubblicazioni su stampa e stampati, approvata l’8 febbraio 1948 e da allora rimasta invariata.

Nell’ottobre 2013 il deputato Enrico Costa (Pdl) ha presentato in Commissione Giustizia un Disegno di legge di riforma che nei punti principali prevede: l’eliminazione della pena detentiva per il reato di diffamazione a mezzo stampa e pene pecuniarie più alte, l’introduzione di una sanzione per il querelante in caso di querela temeraria, l’applicazione della legge anche alle testate online, la modifica della disciplina sul diritto di rettifica, la definizione dei parametri per calcolare il risarcimento in sede civile in caso di diffamazione e l’estensione del segreto professionale ai giornalisti pubblicisti.

Il Disegno di legge non ha però concluso il suo iter nei termini della legislatura, pertanto dovrà essere ripreso da zero. La deputata Francesca Businarolo del Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Giustizia alla Camera, dal 2013 segue il Ddl Costa. Le abbiamo rivolto alcune domande.

– Il ddl Costa si è fermato in quarta lettura al Senato. Come pensa si debba ripartire con la nuova legislatura? Lei farà ancora parte della Commissione Giustizia?

Businarolo. «Con la nuova legislatura bisognerà ripercorrere l’intero iter di presentazione della legge, quindi si dovrà depositare il Disegno di legge e farlo passare in commissione alla Camera e al Senato. Io farò ancora parte della Commissione Giustizia e porterò avanti il Ddl Costa in quanto l’argomento mi sta particolarmente a cuore».

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Francesca Businarolo

Francesca Businarolo

– Il ddl Costa è del 2013. Quali sono i punti critici che richiedono tempi così lunghi per arrivare alla riforma della Legge 47/1948?

Businarolo. «Nell’ultima legislatura alcune leggi hanno avuto un percorso breve, con l’approvazione nel giro di qualche mese, o un anno. Altre, come il Ddl Costa, non sono riuscite a concludere il loro iter. Questo perché il Parlamento è stato impegnato nell’approvazione dei vari Decreti legge governativi, imponendo ritmi serrati per evitarne la decadenza dopo 60 giorni. Adesso si dovrà vedere che tipo di azione governativa ci sarà con la nuova legislatura».

– Lei era contraria allo stralcio della parte che riguarda la querela temeraria. Ci spiega perché?

Businarolo. «Il Ddl presentava una materia omogenea nel suo complesso ed è stato stralciato per velocizzarne una parte, ma la conseguenza è stato un rallentamento ulteriore del processo legislativo, in quanto ci si è trovati con due Disegni di legge che dovevano seguire due iter separati».

– Per il reato di diffamazione si va verso l’eliminazione della pena detentiva e l’aumento della sanzione pecuniaria. Le pare che il Ddl in questo senso abbia raggiunto un buon equilibrio?

Businarolo. «Era stato deciso che il tetto massimo della sanzione fosse 10.000 euro. Sicuramente sono cifre importanti, soprattutto se chi viene condannato per diffamazione è un giornalista precario. D’altro canto, per le grandi testate giornalistiche è comunque una cifra adeguata. Forse, bisognerebbe tarare la norma in modo più equo per le diverse figure giornalistiche e le diverse realtà editoriali. Sicuramente il carcere è antistorico e da eliminare come pena per la diffamazione».

– Il Ddl al suo stato attuale prevede sanzioni economiche commisurate alle varie realtà editoriali. Si tratta comunque di pene pecuniarie maggiori rispetto alla vecchia legge. Non le pare che questo penalizzi i piccoli giornali?

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Businarolo. «Siamo in un’epoca in cui ci sono moltissime testate online con una struttura diversa rispetto a quella classica. Sicuramente verrà fatta un’ulteriore analisi della normativa per valutare e calibrare la sanzione anche in merito a questo».

Francesca Businarolo

Francesca Businarolo

– Non pensa che per i grandi giornali un’eventuale sanzione pecuniaria non assolva alla funzione di deterrenza nei confronti del reato di diffamazione?

Businarolo. «Come già detto la sanzione va calibrata. Quello che sta accadendo ad esempio a Giuseppe Conte è emblematico. Noi ci siamo sempre battuti nei confronti della cosiddetta “stampa serva” e siamo convinti che vada abolito il finanziamento pubblico alla stampa così come l’Ordine dei giornalisti. Per le grandi testate una sanzione di 10.000 euro potrebbe non avere una funzione deterrente, ma riaprendosi l’iter legislativo si può pensare a diversi modi per equilibrare le multe, come l’introduzione di diverse aggravanti. Anche i piccoli giornali possono produrre dei documenti che verranno tenuti in considerazione dalla Commissione Giustizia».

– Non c’è la possibilità di una soluzione più democratica che ponga tutti i giornalisti sullo stesso piano, indipendentemente dalla forza economica che hanno alle spalle? Si potrebbe, ad esempio, pensare a una sorta di patente a punti: quando viene certificata la diffamazione si sottraggono dei punti, fino ad arrivare ad una sospensione temporanea della professione…

Businarolo. «È un’idea interessante che potrebbe effettivamente servire come deterrente per tutti. Come già detto, quando ripartirà il processo, anche le piccole testate potranno presentare i documenti con le loro proposte e questa potrebbe di sicuro essere presa in considerazione».

– Ritiene che il Ddl Costa nello stato attuale possa combattere efficacemente le querele temerarie? La sanzione nei confronti del querelante le pare adeguata?

Businarolo. «Si era previsto che in caso di querela infondata, o addirittura intimidatoria, il querelante dovesse pagare, in sede civile, il 50% di quanto richiesto come risarcimento. In un primo tempo si era deciso per la stessa somma. La cosa importante è comunque il fatto che si parli di querela temeraria, in quanto chi ne deve rispondere, oltre al risarcimento vede danneggiata la propria immagine».

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– Quali saranno a suo avviso i prossimi ostacoli prima della conversione in legge? Che tempi prevede?

Businarolo. «Oggi il Movimento 5 Stelle fa parte della maggioranza, abbiamo dunque un peso diverso rispetto alla precedente Legislatira. Possiamo far votare più proposte di legge. Le minoranze hanno diritto alla calendarizzazione di 1/5 delle proposte, la maggioranza 4/5, e quindi le chances di far votare una proposta di legge ed avere un iter più veloce sono sicuramente maggiori. Le dinamiche parlamentari sono in ogni caso complesse e bisognerà vedere che tipo di attività governativa vi sarà e quanto spazio verrà lasciato al Parlamento per legiferare».

Carolina Londrillo

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