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Migranti LGBT: il Comune si pronunci contro le intimidazioni

Il leader di Forza Nuova Luca Castellini ha dichiarato che avrebbe impedito «anche con  la forza» un convegno sui Migranti LGBT. Questa non è una libera manifestazione del pensiero ma una minaccia grave

Forza Nuova
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Come i lettori di Verona In sanno, ho sempre difeso il diritto di tutti (anche di chi è più lontano dalle mie idee, anche dell’estrema destra) alla manifestazione pubblica del proprio pensiero. Continuerò a farlo. È vero infatti che la Costituzione e le leggi vietano la ricostituzione del partito fascista e l’apologia di fascismo. Tuttavia, si tratta di eccezioni alla regola generale di libertà, che vanno interpretate in senso restrittivo. E che soprattutto presuppongono un accertamento nelle sedi competenti. Non possono essere gli avversari dei fascisti, non possiamo essere noi, non può essere la “gente” (attenzione a chi fa spesso appello alla “gente”), a dichiarare un movimento “fascista”. Deve farlo, quando ne ricorrono i presupposti, un Tribunale.

Proprio perché ho sempre difeso la libertà di tutti, posso ora condannare nel modo più fermo chi – come il leader di Forza Nuova Luca Castellini – ha dichiarato che avrebbe impedito «anche con  la forza» un convegno sui Migranti LGBT. Non è stata una libera manifestazione del pensiero quella del leader di Forza Nuova. È stata una minaccia grave, certamente perseguibile d’ufficio ai sensi dell’art. 612 del codice penale (che punisce appunto ogni comportamento minaccioso). Il fatto è tanto grave e privo di precedenti che potrebbe persino comportare l’applicazione del reato di “Violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario” (art. 338 del codice penale), che sanziona con la reclusione da uno a sette anni ogni minaccia diretta ad una “pubblica autorità costituita in collegio” (diversi studiosi infatti considerano il Senato accademico, rappresentato dal Rettore, come una “autorità costituita in collegio”: così ad esempio Catenacci, Reati contro la pubblica amministrazione e contro l’amministrazione della giustizia, Giappichelli, p. 172) Sono certo che la Procura di Verona si sia già attivata. In ogni caso, ho preparato un esposto in questa direzione.

Fra chi è preoccupato per la tenuta della democrazia a Verona, la discussione sembra essersi ora concentrata sull’opportunità o meno della decisione del Rettore dell’Università di rinviare il convegno. Non mi pare il caso di dividerci su questo. Il Rettore ha dichiarato che il convegno si farà. Insistiamo quindi, tutti insieme, perché il convegno si faccia al più presto e con le dovute garanzie di sicurezza. Chiediamo poi al Comune di assicurare il proprio sostegno: tutti insieme, a prescindere dalle opinioni politiche e dalle appartenenze culturali, contro l’intimidazione e la violenza. L’Ordine degli Avvocati, che aveva accreditato il convegno, sia in prima fila nel chiederne la riprogrammazione con gli stessi contenuti. Assicuriamo infine, quando il convegno si farà, la più larga partecipazione, una partecipazione attenta, colorata e gentile. Sarà la migliore risposta alla banalità dell’ignoranza.

Luciano Butti

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Luciano si è sempre occupato, per lavoro, dei rapporti fra leggi, scienza e ambiente. Insegna diritto internazionale dell'ambiente all'Università di Padova. Recentemente, ha svolto un lungo periodo di ricerca presso l'Università di Cambridge, dove ha studiato i problemi che avremo nel disciplinare per legge le applicazioni dell'intelligenza artificiale (in particolare, le auto elettriche a guida autonoma). Ama la bicicletta, le attività all'aria aperta e la meditazione. luciano.butti1@gmail.com

6 Comments

6 Comments

  1. Giorgio Montolli

    27/05/2018 at 15:26

    È vero quello che dice Luciano. A Villa Buri si è svolto un convegno analogo a quello che doveva tenersi all’Università, ma organizzato da altri come reazione alla decisione del Rettore di sospendere l’evento. Lo spiega bene Maurizio Battista su L’Arena (http://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/centro-storico/l-universit%C3%A0-fissa-a-settembre-il-convegno-su-gay-e-migranti-1.6525919). Il Convegno si terrà all’Università il 21 settembre, alla facoltà di Scienze giuridiche.

  2. luciano butti

    27/05/2018 at 13:43

    Marcello e Giorgio, ritengo che i vostri commenti si basino su informazioni errate. Allo stato attuale, il rinvio è disposto al 21 settembre presso l’Aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza, ed è previsto che i lavori siano aperti da un intervento dello stesso Rettore. Pertanto, anche se nell’immediatezza dei fatti la comunicazione – da parte dell’Università – avrebbe potuto essere migliore, ritengo che il Rettore si sia comportato in modo ineccepibile. Personalmente, ritengo che i destinatari delle polemiche (giustamente vivaci) dovrebbero essere gli autori delle intimidazioni e – quando ne ricorrono i presupposti – coloro che li coprono politicamente. Non certo chi, come il Rettore, ha dimostrato, in questa vicenda, senso della responsabilità, equilibrio e fermezza nella difesa dei principi di libertà e autonomia della ricerca.

  3. Giorgio Montolli

    27/05/2018 at 09:58

    Sono d’accordo Marcello. In effetti il cambio di sede successivo al rinvio ci consente di dire che il Convegno Migranti-LGBT all’Università non si farà. Con tutte le considerazioni del caso.

  4. Marcello

    27/05/2018 at 09:19

    Ho saputo dello spostamento della data e della sede: il 21 settembre a villa Buri. Va bene sedimentare un po’ la polemica, costruita ad arte da Forza Nuova, ma mi pare eccessivo il rinvio e inopportuna la nuova sede dopo quanto è successo. Non so quale autorità abbia il Rettore per disporre là la conferenza ma non condivido la scelta della sede. Sembra che voglia spostare il dibattito fuori dalla città e dalla zona universitaria ( meglio fuori?). Libertà e ricerca: sì … ma fino ad un certo punto, pare. Condivido poi l’osservazione sull’Amministrazione e sull’immagine della città ingiustamente infangata e da ricostruire.

  5. Marcello

    25/05/2018 at 10:03

    Ho saputo dello spostamento della data e della sede: il 21 settembre a villa Buri. Va bene sedimentare un po’ la polemica, costruita ad arte da Forza Nuova, ma mi pare eccessivo il rinvio e inopportuna la nuova sede dopo quanto è successo. Non so quale autorità abbia il Rettore per disporre là la conferenza ma non condivido la scelta della sede. Sembra che voglia spostare il dibattito fuori dalla città e dalla zona universitaria ( meglio fuori?). Libertà e ricerca: sì … ma fino ad un certo punto, pare. Condivido poi l’osservazione sull’Amministrazione e sull’immagine della città ingiustamente infangata e da ricostruire.

  6. Giorgio Montolli

    22/05/2018 at 12:58

    Personalmente trovo comprensibile la decisione del Rettore Nicola Sartor di sospendere, per spostare ad altra data, il convegno su Migranti-LGBT. L’Università aveva acconsentito che il convegno si svolgesse e questo spiega che non c’è una preclusione di fondo ma solo l’esigenza di affrontare tematiche sensibili al riparo di strumentalizzazioni ideologiche. È invece auspicabile una maggiore condanna da parte dell’Amministrazione comunale, identificando di volta in volta anche la matrice ideologica di atti violenti e intimidatori. Definire l’identità delle aggressioni, verbali o fisiche che siano, di qualsiasi natura, significa infatti attribuire delle precise responsabilità ponendo gli autori sotto i riflettori dell’opinione pubblica e della Legge. Altrimenti si corre il rischio dell’escalation, e a Verona qualche segnale in questo senso lo abbiamo. L’idea che può farsi strada è infatti quella di una copertura “politica” e quindi dell’impunità. Forse è meglio parlare chiaro fin da subito prima che fatti ben più gravi si verifichino. Anche per non dover ascoltare per l’ennesima volta, quando alla fine qualcosa bisogna pur dire, dichiarazioni che attribuiscono le responsabilità a soggetti border line o in difesa dell’immagine di una città ingiustamente infangata. g.m.

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