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I giovani radicalizzati: un fenomeno occidentale

Martedì 5 dicembre appuntamento nella Sala Africa dei missionari Comboniani, in Vicolo Pozzo 1

Dai foreign fighters ai lupi solitari, i giovani europei, quelli che per semplificazione vengono spesso definiti dalla stampa e nei dossier come ragazze e ragazzi “di seconda generazione”, sentono l’attrattiva del messaggio jihadista. Questo è il sintomo di una forte crisi dei legami familiari, della cittadinanza e dei partiti.

Chi si dà all’islamismo radicale e alla cultura della morte non si riconosce nella vita politica francese, belga o spagnola, si sente escluso e ha interiorizzato questo senso di esclusione. Chi pensa che il problema sia l’Islam non riesce a comprendere perché non musulmani passino al jihad e perché i convertiti all’Islam siano spesso i più radicalizzati.

In riferimento al caso italiano, al dibattito sulla costruzione di nuove moschee e alle biografie di giovani occidentali radicalizzati, analizzeremo il fenomeno in termini politici, sociali e di sicurezza, grazie alla presenza di Giuseppe Acconcia, giornalista professionista e ricercatore, specializzato in Medio Oriente, assegnista di ricerca Università di Padova, Visiting Scholar Center for Near Eastern Studies, Università della California (UCLA), Teaching Assistant Università Bocconi, dottore di ricerca Università di Londra (Goldsmiths). Corrispondente dal Medio Oriente per Al Ahram Weekly, The Independent, Il Manifesto.

 A moderare la serata sarà Matteo Danese, direttore del Cestim (Centro studi immigrazione).

L’incontro del 5 dicembre, promosso da Fondazione Nigrizia, Centro missionario diocesano, Suore missionarie comboniane e Cestim, fa parte del ciclo I martedì del mondo e si terrà, come di consueto, alle ore 20:30 presso la Sala Africa dei missionari comboniani (vicolo Pozzo, 1). Possibilità di ampio e gratuito parcheggio.

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