Con la coreografia e la regia di Laura Corradi debutta mercoledì 25 ottobre al Camploy in prima nazionale
La sezione danza della 69a Estate Teatrale Veronese in Corte Mercato Vecchio doveva essere inaugurata, lo scorso 30 giugno, da Felicità interna lorda proposta da Ersiliadanza con la coreografia e la regia di Laura Corradi. Purtroppo un infortunio di una delle danzatrici durante la prova generale non permise la messinscena dello spettacolo. Felicità interna lorda, a suo tempo rimandata, va finalmente in scena: al Teatro Camploy mercoledì 25 ottobre alle 21.00 con replica giovedì 26. Ne sono interpreti Marco Mantovani, Alberto Munarin, Carlotta Plebs e Midori Watanabe che è anche assistente alla coreografia.
«Che cos’è – si chiede Laura Corradi – la felicità? Esiste? Come raggiungerla, riconoscerla, meritarla? Da Epicuro a Seneca, da Leopardi ai filosofi antichi e contemporanei, ogni essere pensante di ogni tempo ha formulato almeno una domanda che riguardasse la felicità. E l’ha certamente cercata per se stesso. La felicità – prosegue la coreografa – è un argomento che interessa tutti, anche chi, efficiente e produttivo a tempo pieno, non si lascia mai il tempo per riflettere sul senso della vita.
Ma il profitto, alla fine, è ben poco gratificante se l’uomo che lo persegue è infelice (del resto un uomo felice è anche più efficace sul suo lavoro). Inoltre pure la qualità delle nostre relazioni è determinata dal nostro essere felici o infelici. Viene spontaneo parlarne così, in termini di redditività, forse perché la FIL (“felicità interna lorda”) è facilmente collegabile al PIL, concetto molto più conosciuto.
Ma in cosa consiste la felicità? In aspettative di vita, cultura, salute, sicurezza e libertà oppure va cercata dentro di noi, sconfiggendo la solitudine, nell’amore che possiamo donare agli altri? Qualcuno dice che sia qualcosa che ritorna a te dopo che l’hai cercata per qualcun altro, che non bisogna perseguirla direttamente perché è una specie di riflesso che torna quando meno te lo aspetti. Perché tante volte quello che ci rende felici non è avere quello che vogliamo – continua la Corradi – ma sognarlo. Lo spettacolo parla attraverso un linguaggio fisico sempre fortemente in “primo piano”.
La ricerca nel movimento e nelle sue diverse qualità si snoda attraverso domande, risposte e momenti di perplessità. Due donne e due uomini s’interrogano, s’illudono, s’incoraggiano in un percorso di ricerca di una felicità senza nome, condotti da un desiderio che non li abbandona. Quattro personalità molto diverse tra loro, con modalità di ricerca della soddisfazione spesso contrastanti. Perché la via per arrivare alla meta – conclude la coreografa – non è mai lineare e diretta e nemmeno sempre uguale a sé stessa».
Formatasi a Parigi con alcuni dei maggiori esponenti della coreografia d’avanguardia francese degli anni Ottanta e Novanta e con Carolyn Carlson, Laura Corradi frequenta successivamente la Folkwang Hochschule di Essen Werden in Germania sotto la direzione artistica di Pina Bausch. Al suo rientro in Italia fonda Ersiliadanza con cui partecipa a prestigiosi festival come Oriente e Occidente, Romaeuropa Festival, Spoleto, La Versiliana, Torinodanza, Vignale Danza e Incontroazione e con cui compie diverse tournée all’estero.