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Editoriale

Cinzia Inguanta è il nuovo direttore di Verona In

Dopo 15 anni cambia la direzione della testata. Dalle opinioni alle inchieste, un progetto editoriale ambizioso

Dal mese di settembre 2017 non sarò più il direttore di Verona In, incarico che ho ricoperto a partire dall’ottobre 2003, data di fondazione del giornale. Subentra nel ruolo Cinzia Inguanta, già collaboratrice della testata e già direttore di Radio Popolare Verona.

Le mie brevi riflessioni su questi anni passati alla guida del giornale hanno come riferimento le due fasi del Progetto editoriale: la prima, incentrata sull’articolo 21 della Costituzione, aveva l’obiettivo di garantire a tutti la libertà di espressione; la seconda punta al giornalismo professionale, con una redazione in grado di svolgere cronache, inchieste, interviste. Il Progetto fino al 2013 era riferito a un trimestrale stampato per poi essere adeguato all’attuale giornale online.

In questa prima fase non è stato possibile, ad esempio, inviare giornalisti alle conferenza stampa, incaricare i collaboratori di seguire un particolare argomento o settore, affidare incarichi che per il loro impegno avrebbero richiesto un compenso. Le retribuzioni hanno interessato solo chi ha svolto le inchieste, come approccio verso la seconda fase del Progetto e non gli opinionisti o i coordinatori, ruoli che continueranno ad essere svolti da volontari.

Tra le inchieste voglio menzionare – perché sono di attualità e perché rappresentano l’idea di giornale per la quale mi sono impegnato – quella sulle infiltrazioni mafiose a Verona (già nel 2010), sugli sprechi della politica, (2011), sulla possibilità per i giovani di aprire una partita IVA per svolgere un’attività culturale. Ricordo anche, perché hanno rappresentato delle tappe importanti, il dossier sulla cultura a Verona,  quello sui dieci anni di amministrazione Tosi e il forum con i Comitati civici.

Il tempo della mia direzione è stato quindi contrassegnato da una coraggiosa testimonianza di volontariato culturale, espressa nelle opinioni dei collaboratori e dei cittadini, che ha definito anche il mio impegno come direttore e come editore, con una maggiore attenzione agli aspetti relazionali nei confronti degli autori rispetto alle dinamiche che caratterizzano un’esperienza di tipo professionale.

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Cinzia Inguanta

Favorire il pluralismo delle idee ha tenuto lontane dal giornale le realtà più conservatrici della città, di destra e di sinistra. Di destra, perché negli ultimi 10 anni la storia di Verona In ha incrociato quella dell’Amministrazione Tosi, particolarmente concentrata nel colpire la libertà di stampa e il dissenso; di sinistra, con riferimento all’area più moderata, perché questa parte politica non pensa che le sia utile un giornale che la porterebbe a mettersi in discussione e preferisce usare i media in un’ottica propagandistica, come del resto fanno i suoi antagonisti.

Hanno utilizzato poco lo spazio messo a disposizione comitati e gruppi civici, per ragioni che vanno oltre una possibile sopravvalutazione di Verona In nel proporsi come luogo di confronto e crescita democratica. Prevale in queste persone l’idea che un articolo debba per forza essere di parte, quindi a favore o contro la loro nobile causa. Questa logica così appiattita – che origina nell’asservimento dei media a quei potentati che invece la stampa dovrebbe controllare – spinge questi cittadini a chiedere visibilità sui giornali più importanti con modalità simili a quelle dei partiti, in un ambiente e in un rapporto di forza che li vede però fatalmente perdenti.

In questi anni ho inoltre verificato che a Verona la solidarietà c’è, ma non una cultura della solidarietà che sappia esprimersi attraverso un volontariato maturo, capace di farsi sentire per migliorare il rapporto che la società ha con la sua parte più fragile. Si continua ad aiutare ma non si fa abbastanza perché questo aiuto cessi per raggiunta autonomia del soggetto debole. Un silenzio che ha molte ragioni, non ultima quella di preservare quegli aiuti da parte delle istituzioni che un atteggiamento più critico e innovatore metterebbe in discussione. Ho forti dubbi che per il tipo di società che si sta delineando questo modello potrà essere a lungo conciliabile con la coscienza di chi si mette gratuitamente a servizio del prossimo.

In questo quadro, che evidenzia un sistema essenzialmente conservatore, ho potuto toccare con mano che a Verona ci sono cittadini competenti e generosi (i già citati comitati, il mondo del volontariato) e che sopravvive una borghesia colta con bagagli culturali e professionali indispensabili per un processo di rinnovamento, che però non parte. Tra i motivi di questo ritardo quelli sopra esposti e il fatto che la situazione non è ritenuta così grave da prendere seriamente in considerazione un investimento anche economico per un cambio di rotta. Impegno che, nel caso di Verona In, permetterebbe di utilizzare conoscenze ed esperienze già presenti per passare alla seconda fase del Progetto editoriale, incidendo con più forza sulle dinamiche cittadine.

Su un piano più personale dirigere questo giornale mi ha procurato qualche guaio giudiziario, un processo ancora in corso, compromesso amicizie. La tentazione di censurare, e quindi di non pubblicare quanto arriva in redazione, è ben presente, perché significa evitare problemi, ma ho sempre preferito contare sull’intelligenza dei soggetti coinvolti, che nella maggior parte dei casi mi è venuta in soccorso. A chi si è sentito offeso posso dire che non c’è mai stata la volontà di offendere ma di costruire, lasciando sempre la possibilità di replicare o rettificare.

Tra coloro a cui vanno i ringraziamenti per questi anni di grande impegno, al primo posto metto il condirettore Gianni Falcone, che nel 2013 mi ha convinto e aiutato a mettere online il giornale, poi apprezzato vignettista e infine amico che con intelligenza e sensibilità mi è sempre stato vicino. Un grande Irpino in terra veronese che sarà di aiuto anche al nuovo direttore. Grazie agli avvocati, che mi assistono e mi consigliano senza aver mai preteso nulla se non la condivisione di un’idea.

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Grazie a chi in questi anni non ha fatto mancare il suo aiuto economico e a tutti gli autori che con la loro sensibilità, le diverse competenze e in modo del tutto gratuito hanno fatto crescere il numero dei lettori. Tra questi collaboratori voglio ricordare anche coloro che abbiamo perso per incomprensioni, nei momenti di maggior tensione e nel tentativo di far crescere un giornale che a Verona, piano piano, anche se un po’ scomodo è diventato ormai di casa.

A Cinzia Inguanta gli auguri di un proficuo lavoro da parte di tutti gli amici di Verona In.

Giorgio Montolli

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Verona In, una non facile eredità

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Written By

È diventato giornalista nel 1988 dopo aver lavorato come operatore in una comunità terapeutica del CeIS (Centro Italiano di Solidarietà). Corrispondente da Negrar del giornale l'Arena, nel 1984 viene assunto a Verona Fedele come redattore. Nel 1997, dopo un periodo di formazione in editoria elettronica alla Scuola grafica salesiana, inizia l'attività in proprio con uno Studio editoriale. Nel 2003 dà vita al giornale Verona In e nel 2017 al magazine Opera Arena Magazine (chiuso nel 2020). Dal 2008 conduce il corso "Come si fa un giornale" in alcuni istituti della Scuola media superiore di Verona. giorgio.montolli@inwind.it

4 Comments

4 Comments

  1. martino franceschi

    05/09/2017 at 13:51

    Grazie Giorgio per il tuo impegno e per le tue visioni sempre fuori dagli schemi precostituiti..merce rara soprattutto in Italia..un in bocca al pupo alla nuova direttrice!

  2. Francesco Premi

    02/09/2017 at 10:48

    Grazie Giorgio per quello che sei riuscito a far diventare Verona-In!

  3. mario allegri

    28/08/2017 at 06:36

    Grazie, Giorgio! Auguri, Cinzia!

  4. Marcello

    27/08/2017 at 22:32

    Caro Giorgio, ho appena letto questo tuo articolo di saluto con un certo sgomento. So bene che non sparirai dalla circolazione e che continuerai a collaborare ma fatico ad accettare questa tua scelta, probabilmente per mie difficoltà a considerare le nuove mete cui puoi aspirare e che giustamente meriti. Vorrei solo ringraziarti per avermi accolto tre anni tra i collaboratori della rivista, che si è conquistata l’apprezzamento di tanti concittadini per aver contribuito a sviluppare a Verona una presenza libera e motivata di espressioni diverse da quelle dominanti, sui vari problemi cittadini, in una città come la nostra, tanto indifferente quanto conservatrice ed in parte persino autoritaria. Grazie e naturalmente un augurio di buon lavoro a Cinzia a Gianni e a tutta la Redazione di Verona-In

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