«Cos’è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai». Così diceva Louis Armstrong
Chiedersi cos’è il jazz è lecito. Spiegarlo però è un po’ come dare una definizione della vita: l’unico modo per dire cosa realmente sia è viverla. Questo vale anche per il jazz, da sempre svincolato dalle rigide regole della razionalità, aperto alla libera improvvisazione di chi lo ha scelto come propria forma di espressione.
La ragione dell’esistenza del Verona Jazz, dopo quei 44 anni di vita tali da renderlo uno dei festival più longevi d’Italia, è portare l’esperienza del jazz a tutti, indistintamente, soprattutto a coloro che si chiedono ancora cosa sia. Perché l’unico modo per conoscerlo, capirlo e inevitabilmente innamorarsene è viverlo.
Quest’anno saranno sette le serate da vivere al Teatro Romano a base di jazz, a partire da oggi 20 giugno con Billy Cobham, che inaugurerà il festival alle 21.15, a cui seguiranno Paolo Fresu, il 21 giugno, David Gazarov Trio & Sandro Roy, il 22 giugno, Raphael Gualazzi, il 23, Stefano Bollani & Flo il 24, Simona Molinari con Mauro Ottolini il 25 e Luca Aquino & the Jordian National Orchestra’s Ensemble che chiuderanno il Verona Jazz il 26 giugno.
Partner del Verona Jazz: Amia, Airdolomiti, Banco BPM e Radio Italia anni 60.
I biglietti per tutti gli spettacoli sono in vendita sui circuiti Ticketone, Geticket, presso le filiali Unicredit e il giorno del concerto alla biglietteria del Teatro Romano dalle 18.30 ad inizio spettacolo.