Il primo bando geolocalizzato per asilanti, il sesto della serie, non ha dato i frutti – o meglio, i numeri – sperati. Dei 3.200 posti richiesti con l’avviso pubblicato il 22 maggio, i 16 soggetti (su 19) ammessi dalla commissione riunitasi mercoledì 14 giugno, hanno offerto 1.194 posti. Se solo si pensa che, alla data del 15 giugno, i richiedenti protezione internazionale accolti nei centri straordinari del territorio scaligero erano 2.716, è facile prevedere che le convenzioni in scadenza sottoscritte da tutti quei soggetti gestori (ben 17) che hanno deciso di non partecipare dovranno essere prorogate sino alla fine del 2017.
D’altra parte, lo scenario generale non induce proprio all’ottimismo: dall’inizio dell’anno al 15 giugno il nucleo crisi del Viminale ha destinato alla provincia veronese 594 migranti e, ipotizzando che gli sbarchi sulle coste italiane proseguano da qui al 30 settembre al ritmo di cinque alla settimana, risulta facile prevedere che saranno almeno tremila i richiedenti che, al termine di quest’estate, saranno accolti a Verona e dintorni.
Neppure deve dimenticarsi che per i 33 comuni veronesi che hanno aderito allo Sprar dovrebbe applicarsi il tetto di tre rifugiati ogni mille abitanti, con una redistribuzione degli attuali richiedenti anche in quei comuni che non solo non hanno aderito allo Sprar, ma che non ospitano alcun centro di accoglienza straordinaria.
Insomma, un’accoglienza che da straordinaria è divenuta emergenziale e che quotidianamente deve fare i conti con primi cittadini ed abitanti che di “falsi profughi”, come li definiscono, non ne vogliono proprio sapere. Gli episodi di vandalismo degli ultimi giorni nei confronti di Cas (Centri di accoglienza straordinaria) a Pastrengo ed a Sant’Anna d’Alfaedo sono lì a confermarlo.
Antonio Mazzei

Antonio Mazzei è nato a Taranto il 27 marzo 1961. Laureato in Storia e in Scienze Politiche, giornalista pubblicista è autore di numerose pubblicazioni sul tema della sicurezza. antonio.mazzei@interno.it
