Si è tornati a parlare di droga dopo l’episodio del sedicenne suicidatosi durante una perquisizione nella sua abitazione
Anche a Verona sono state effettuate alcune perquisizioni in Istituti Superiori e ci sono stati anche alcuni arresti per spaccio di sostanze stupefacenti sui Bastioni.
Queste notizie spesso vengono date con toni molto allarmati evocando l’esistenza di una forte emergenza relativa all’utilizzo di droghe.
Secondo la Relazione sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia del Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei Ministri, attualmente nel nostro paese l’uso di sostanze stupefacenti è contenuto rispetto agli altri paesi europei e la mortalità causata dal loro consumo è in calo da più di un decennio. La situazione specifica di Verona tuttavia appare diversa: da uno studio effettuato dal Punto d’ascolto sul disagio scolastico su 980 studenti delle Superiori, risulta che il 37% di loro dichiara di avere consumato sostanze stupefacenti almeno una volta in età molto giovane (non specificando però se è stata una cosa occasionale o protrattasi nel tempo). La sostanza più diffusa è la marijuana mentre l’uso di quelle più pesanti è più contenuto. Perciò è necessario non abbassare la guardia nei confronti dello spaccio e del consumo, soprattutto perché Verona è da sempre un nodo molto importante nel traffico di stupefacenti.
Le problematiche relative alla droga però non sono le sole; ci sono fenomeni anche più pericolosi, come l’abuso di alcol, che a detta degli esperti vengono purtroppo sottovalutati.
L’anno scorso, un gruppo di cardiologi di fama internazionale riunitosi a Bologna per il Meeting internazionale sulla fibrillazione atriale e infarto ha fatto sapere che circa mezzo milione di ragazzi, in età anche molto giovane (11-19 anni), consuma abitualmente troppe bevande alcoliche e per loro aumenta il rischio di aritmie cardiache. Gli alcolici di norma non vengono assunti durante i pasti a casa; si comincia con l’aperitivo e si continua con cocktail e superalcolici dopo cena. A volte si fanno vere e proprie scorpacciate di alcol arrivando a bere cinque/sei alcolici o anche più in una sola occasione (binge drinking). Qualcuno mescola gli alcolici con le droghe, aumentando il rischio di morte improvvisa.
Molti ragazzi arrivano a questi eccessi perché va di moda e si sentono apprezzati dai coetanei, accettati dal gruppo. Altri cominciano a bere dopo degli insuccessi scolastici o delle liti coi genitori. Molti altri lo fanno semplicemente per divertirsi, rischiando gravi danni al fegato, al cuore, allo stomaco. L’età di chi abusa di alcol è sempre più giovane (anche a Verona): tanti iniziano perfino a 11 anni, l’età in cui il ragazzino entrando alle medie è meno controllato dai genitori. Così giovani, non sono consapevoli dei rischi che corrono.
Gli effetti dell’abuso di alcol sono noti ma vale la pena ricordarli: una persona ubriaca può facilmente causare incidenti anche molto gravi se guida un’auto (il gran numero di incidenti del sabato sera lo conferma); l’alcol incide sulle capacità di giudizio e sul rendimento lavorativo e scolastico; elimina i freni inibitori aumentando la possibilità che vengano commessi crimini; a lungo andare porta alla dipendenza ed a gravi problemi fisici.
Purtroppo in Italia questo problema non viene trattato seriamente come quello delle sostanze stupefacenti. Forse perché siamo forti produttori di alcolici c’è troppa tolleranza verso chi beve e i genitori tendono a minimizzare il comportamento dei figli. La pubblicità del settore è martellante, finalizzata ad attrarre un pubblico sempre più giovane. Gli spot sono allegri, con musiche vivaci, accattivanti, insistono sempre su momenti festosi, danno l’idea che bere faciliti le relazioni. Anche nei film, i personaggi ubriachi sono spesso rappresentati in modo comico ed inducono al riso. Così viene veicolato il messaggio sbagliato e questo è fuorviante.
Nel nostro paese l’accesso agli alcolici ed ai super alcolici è estremamente facile perché è possibile comprarli a poco prezzo in ogni supermercato; la legge ne limita la vendita ai maggiorenni ma di fatto i commercianti chiudono un occhio a riguardo.
Il modello offerto dai genitori è molto importante. Bere alcolici in modo moderato, in occasioni festose, durante i pasti offre un esempio corretto. I genitori, per prevenire i comportamenti di abuso, devono responsabilizzare i figli a riconoscere il limite che non devono passare per non esagerare, rendendoli consapevoli delle eventuali conseguenze negative.
In Islanda da alcuni anni si sta prendendo di petto il problema, con un progetto che prevede alcune azioni molto importanti e che sta dando risultati davvero sorprendenti: sono stati coinvolti i genitori per migliorare la qualità del tempo che i ragazzi passano a casa; si è completamente eliminata la pubblicità di ogni tipo di bevande alcoliche ed innalzato il divieto di acquisto di alcol ai 20 anni. Si sono introdotte moltissime attività artistiche e sportive per invogliare gli adolescenti a socializzare e ad ottenere dal contatto coi coetanei il benessere che si cerca nell’alcol. La percentuale dei ragazzi che assumono droghe o alcol è crollata drasticamente.
L’Islanda è l’unica nazione che è riuscita ad ottenere risultati così importanti, proprio perché ha saputo anteporre l’interesse dei propri cittadini alle regole del facile guadagno. Sarebbe un sogno che anche da noi si seguisse questo esempio, per garantire ai nostri ragazzi un futuro migliore. Su cosa di meglio potremmo mai investire?
Paola Lorenzetti