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Spettacoli

È con Pirandello il prossimo appuntamento del Grande Teatro

L'uomo dal fiore in bocco

In scena L’uomo dal fiore in bocca, con l’allestimento della Fondazione Teatro della Toscana

Il Grande Teatro (rassegna organizzata dal Comune di Verona e dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale con Unicredit come main partner) prosegue – martedì 7 marzo alle 20.45 al Teatro Nuovo – con L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello con la regia di Gabriele Lavia che ne è anche protagonista. L’allestimento è della Fondazione Teatro della Toscana.

L’uomo dal fiore in bocca è un atto unico messo in scena per la prima volta nel 1923 al Teatro degli Indipendenti di Roma. Gli anni Venti sono anni d’oro per Luigi Pirandello: dopo i riconoscimenti letterari iniziati col successo del romanzo Il fu Mattia Pascal (1904), è la compagnia di prosa Teatro d’Arte di Roma (i cui primi attori sono Marta Abba e Ruggero Ruggeri) che lui fonda nel 1925 e con cui gira il mondo ricevendo grandi consensi, a dargli quella fama internazionale grazie alla quale nel 1934 viene insignito del premio Nobel.

Con L’uomo dal fiore in bocca Gabriele Lavia (protagonista, nella nostra città, di memorabili interpretazioni sia al Nuovo che al Teatro Romano dove l’ultima volta ha proposto un Amleto one man show) continua il suo percorso pirandelliano di questi anni iniziato con Tutto per bene e proseguito con La trappola e con Sei personaggi in cerca di autore.

«Un uomo… un po’ strano, un uomo… pacifico e una donna come un’ombra che passa in lontananza sono i tre protagonisti del capolavoro di Pirandello L’uomo dal fiore in bocca. Nel 1922 – spiega Gabriele Lavia – Anton Giulio Bragaglia chiese a Pirandello di scrivergli qualcosa per il Teatro Sperimentale degli Indipendenti. Pirandello riprese integralmente il testo della sua novella Caffè notturno, scritta nel 1918, pubblicata successivamente col titolo La morte addosso nelle Novelle per un anno. Il titolo della novella trasformata in testo per il teatro diventò L’uomo dal fiore in bocca, il più breve testo teatrale di tutta l’opera di Pirandello. Forse l’opera più folgorante. Un capolavoro.

Insieme a Gabriele Lavia è in scena, nel ruolo del pacifico avventore, Michele Demaria. Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Elena Bianchini, le musiche di Giordano Corapi e le luci di Michelangelo Vitullo. Dopo la prima di martedì repliche tutte le sere fino a sabato 11 marzo alle 20.45. Ultima replica domenica 12 marzo alle 16.00. Giovedì 9 marzo, alle 17.00 al Teatro Nuovo, gli interpreti incontrano il pubblico. L’ingresso è libero.

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