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Otto proposte per un referendum consultivo a Verona

Palazzo Barbieri, sede del Municipio di Verona
Palazzo Barbieri, sede del Municipio di Verona

Le competenze acquisite nel lungo cammino di opposizione al progetto per il Traforo delle Torricelle hanno reso i cittadini più consapevoli, fornendo loro le conoscenze e gli strumenti per costruire la città di domani

L’autostrada in città è fallita tra le mani di chi l’aveva proposta con arroganza. Parliamo di politici con una mentalità da anni Settanta, i quali – fermi nella vecchia idea di cementificare il territorio – hanno mostrato di non avere alcuna cultura internazionale e di non conoscere come le città del Nord, quello vero, sono oggi amministrate in Europa. Parliamo di imprenditori che, nella migliore delle ipotesi, non sanno leggere né scrivere un piano finanziario: basti pensare che, anni dopo l’inizio della crisi economica globale, l’Amministratore Delegato del proponente ancora scriveva al Comune, confermando che tutto poteva procedere secondo le originarie previsioni economiche. Parliamo, infine, di politici e imprenditori che, per anni, hanno cercato di fare quanto le regole vigenti vietano di fare: trasferire sul Comune, quindi su tutti noi, quel rischio di impresa che invece – per legge – deve gravare sul proponente. Se poi questo comportava, per il Sindaco, “travalicare le proprie competenze” (lo ha ammesso egli stesso in una intervista), pazienza. L’incultura istituzionale mostrata da questo atteggiamento è palese e preoccupante.

Un gruppo motivato, competente e sempre misurato di attivisti ed esperti, riunito nel Comitato guidato da Alberto Sperotto e costantemente appoggiato soprattutto dal Consigliere comunale Michele Bertucco, ha consentito di raggiungere questo risultato. Un aiuto è venuto anche dall’Anac, l’Autorità anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone, che ha pubblicato due pareri molto precisi sulla vicenda. Non avremo l’autostrada in città. Non avremo cantieri che avrebbero sconvolto la vita dei veronesi per lunghi anni. Non avremo l’aumento di inquinamento derivante dall’effetto di richiamo che questa autostrada avrebbe avuto sul traffico anche pesante. E non avremo un’ipoteca lunga cinquanta anni sui conti di Verona.

Ora, tuttavia, è tempo di voltare pagina, anche per noi. Scongiurato il pericolo, è tempo di costruire proposte positive, adatte alla Verona di domani.

I cittadini devono essere coinvolti nella definizione di queste proposte. Anche da questo punto di vista, la lunga vicenda del Traforo offre importanti insegnamenti. Avevamo richiesto al Comune di indire un referendum consultivo sul progetto del Traforo. Il Sindaco rifiutò questa proposta, impedendo di fatto il referendum grazie ad un uso strumentale e illegale delle norme che disciplinano i referendum comunali. Questo ci ha impedito di ottenere il referendum, ma abbiamo in seguito avuto la soddisfazione di vedere riconosciute le nostre ragioni da parte del Tribunale di Verona: in diverse decisioni, infatti, i giudici hanno qualificato il comportamento del Comune come gravemente pregiudizievole verso i diritti costituzionali dei cittadini. Questa esperienza ci ha consentito di acquisire ottime competenze sul complesso funzionamento dei referendum locali consultivi. Ora sappiamo come e quando raccogliere le firme e come districarci fra le norme dello Statuto comunale, che pure sembrano scritte apposta per scoraggiare la partecipazione. E tuttavia, con uno sforzo tenace, questi ostacoli possono essere superati.

E’ dunque questo il momento più opportuno per offrire ai cittadini di Verona un altro regalo: la possibilità di esprimere la propria opinione su alcuni temi importanti per lo sviluppo della città. L’iniziativa va avviata ora, per poter utilizzare i momenti di dibattito e confronto offerti dalla campagna elettorale per le elezioni comunali. E per chiedere con forza ai candidati sindaci di esprimersi con chiarezza sulle diverse proposte.

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Municipio di Verona, sala Arazzi, 9 gennaio 2010. I Cittadini per il referendum presentano al Segretario generale del Comune di Verona i quesiti referendari riguardanti il Traforo delle Torricelle (foto g.m.)

Non su ogni argomento è possibile proporre un referendum consultivo. Per esempio, non si potrebbe proporre un referendum relativo a decisioni già adottate dal Comune (come il filobus, alcuni centri commerciali, o il progetto relativo all’Arsenale). Inoltre, non è consentito dallo Statuto – e non avrebbe del resto senso, dal punto di vista della trasparenza e correttezza democratica – proporre quesiti il cui accoglimento comporterebbe rilevanti spese, senza indicare i modi per reperire le relative risorse.

Offro alla discussione su Verona In otto temi sui quali si potrebbero lanciare referendum consultivi. E mi auguro che altre e diverse proposte si possano confrontare.

Vendita quote A4 e modalità utilizzo delle risorse. Potremmo chiedere ai veronesi se concordano sulla vendita delle quote di A4 e sull’utilizzo delle risorse che ne deriverebbero, in parte per progetti che promuovano start-up e occupazione giovanile, in parte per adeguare la nostra rete di piste ciclabili agli standard europei.

Trasporto pubblico e Trasporto privato. Potremmo chiedere ai veronesi se concordano su una graduale maggiore chiusura alle auto del centro cittadino e sul contestuale potenziamento del trasporto pubblico, da finanziare attraverso un incremento dell’Imu, che ovviamente riguarda esclusivamente le seconde case.

Diminuzione numero consiglieri di amministrazione delle partecipate. Potremmo chiedere ai veronesi di invitare il Comune a diminuire l’esorbitante numero di consiglieri di amministrazione delle società partecipate, ciò che può avvenire sia diminuendo il numero delle società, sia passando alla loro gestione attraverso un Amministratore unico.

Modalità per le nomine di competenza del Comune. Potremmo chiedere ai veronesi di invitare il Comune – prima di ogni nomina di interesse pubblico – a raccogliere in modo trasparente le candidature ed a pubblicare sul sito del Comune i curricula dei candidati.

Registro per il testamento biologico. Potremmo chiedere ai veronesi se ritengono che il Comune – seguendo quanto avvenuto in molte altre città – debba aprire un registro per aiutare la raccolta delle volontarie decisioni dei cittadini sul proprio fine vita.

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Riforma delle circoscrizioni. E’ tempo di attribuire alle Circoscrizioni maggiori strumenti per influire in modo efficace e rapido sulle decisioni cittadine.

Aumento del verde e, perché no, degli alberi. E’ tempo di iniziare un lungo percorso che possa avvicinarci ai migliori standard europei per quanto riguarda la quota di verde a disposizione dei cittadini, decidendo insieme le modalità di reperimento delle risorse eventualmente necessarie.

Più agevole partecipazione di tutti alla cosa pubblica. Le norme sui referendum locali contenute nello Statuto comunale sono obsolete ed eccessivamente penalizzanti. E’ tempo di rendere più agevole e meno costosa la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, anche introducendo forme di consultazione on line.

Luciano Butti

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Written By

Luciano si è sempre occupato, per lavoro, dei rapporti fra leggi, scienza e ambiente. Insegna diritto internazionale dell'ambiente all'Università di Padova. Recentemente, ha svolto un lungo periodo di ricerca presso l'Università di Cambridge, dove ha studiato i problemi che avremo nel disciplinare per legge le applicazioni dell'intelligenza artificiale (in particolare, le auto elettriche a guida autonoma). Ama la bicicletta, le attività all'aria aperta e la meditazione. luciano.butti1@gmail.com

1 Comment

1 Comment

  1. Giulia Cortella

    15/02/2017 at 15:12

    Caro Luciano,
    per quanto attiene al registro biologico riporto alcune osservazioni del movimento per la vita che mi sembrano condivisibili:
    1. non è stata ancora approvata una legge dello Stato che regolamenti i cosiddetti “testamenti biologici” (più correttamente definiti come “dichiarazioni anticipate di trattamento”);
    2. la materia rientra nell’esclusiva competenza del legislatore nazionale;
    3. il relativo Disegno di Legge, che prevede espressamente all’ art. 3 “contenuti e limiti delle dichiarazioni anticipate di trattamento”, attende di essere discusso in Senato dopo la sua recente approvazione alla Camera dei Deputati;
    4. per quel che riguarda in particolare i registri comunali, già una circolare del novembre scorso dei Ministri della Salute e del Welfare ha chiarito che eventuali registri, già istituiti da alcuni Comuni, sono privi di qualunque efficacia giuridica e lasciano ipotizzare un uso distorto di risorse umane e finanziarie, con eventuali possibili responsabilità di chi se ne sia fatto promotore.
    5. In merito ai biotestamenti è bene ricordare infine che non sarebbero comunque vincolanti per il medico, neppure nel caso in cui fossero registrati. Quelli depositati consistono per lo più in moduli prestampati con formule standard che mal si adattano alla personalità e al pensiero di ognuno. Vi è il rischio che venga apposta una firma a prescindere dalla effettiva ed adeguata comprensione di quanto in essi espresso.”

    In secondo luogo aggiungerei ai punti preziosi che hai indicato il quesito relativo alla gestione del patrimonio culturale della città, all’utilizzo dei contenitori ville e palazzi del Comune e alla loro destinazione culturale mettendo al centro l’importamza dell’educazione dei giovani, la loro valorizzazione, il loro impegno e la loro prospettiva futura. Ridare speranza e fiducia ai nostri giovani significa risollevare una città e il paese intero dal declino che ha intrapreso proprio nel momento in cui li ha abbandonati e ha negato a loro ogni spazio e ogni forma di espressione.

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