Si scaricano le responsabilità su chi è costretto a decidere in tempi stretti di fronte ad una politica su questi temi latitante e inconcludente.
Alcuni esponenti politici – appartenenti alla Lega e il candidato a sindaco Croce – e rappresentanti delle istituzioni – il sindaco Tosi, che è perplesso, il senatore Tosato, l’eurodeputato Fontana – insorgono rispetto alla decisione del Prefetto di Verona di ospitare 15 profughi (15 profughi!) in una palazzina presso San Zeno.
Non è certo la prima volta che tale opposizione politica si verifica a Verona come in Provincia (possono cambiare i luoghi, talvolta le persone). Questo accade perché anziché occuparsi della questione per ciò che è, anziché trovare risposte utili con collocazioni abitative adeguate che essi potrebbero indicare, a quello che è ormai un elemento strutturale e non più emergenziale del nostro e di altri Paesi in Europa, questi esponenti preferiscono gridare al lupo, al lupo!, scaricando ogni responsabilità – principalmente la loro responsabilità – su chi, in questo caso la Prefettura, è costretto a decidere in tempi stretti di fronte ad una politica su questi temi latitante e inconcludente (forse per incapacità, più probabilmente per mancanza di volontà).
Come ARCI anche a livello nazionale sottolineiamo da tempo che l’accoglienza va organizzata in piccole strutture a basso impatto sociale e con un severo controllo sui soggetti cui è demandata la gestione, coinvolgendo la rete dei Comuni. Ed è questo il nodo non ancora risolto: l’Italia non è il primo Paese per numero di persone accolte e nemmeno Verona detiene questo primato, ma fintanto che ancora quasi il 70% dei Comuni in Italia si rifiuta di ospitare le persone migranti, l’accoglienza non potrà realizzarsi in un rapporto di equa distribuzione sul territorio e questo avverrà a discapito dei Comuni più responsabili e virtuosi.
Michela Faccioli
Arci Comitato Territoriale di Verona
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