In questi ultimi tempi non ho sentito nessuno accennare a valori individuali quali onestà, rettitudine o sincerità. Si preferisce sbandierare, perché è più facile, quelli collettivi
Non si supera una crisi di governo, come quella che stiamo vivendo, solo tentando di rimettere in moto un’economia in dissoluzione, di cancellare l’impoverimento sociale, la disoccupazione e l’incertezza del futuro. L’Italia, succube dell’Europa, è diventata una nazione negata. Che nega se stessa, le sue radici, le sue origini.
A me non importa nulla di questa Europa codarda, ammalata dal veleno dell’ipocrisia, che vilmente non ha accettato di inserire nella sua Costituzione le nostre radici giudaico cristiane, ma che premia i grandi banchieri, i finanzieri, i loro amici e protettori politici, con stipendi e buonuscite faraoniche.
Colgo un malessere diffuso, sofferenza, nelle conversazioni private, nelle confidenze di amici. La vittoria del NO al recente referendum costituzionale ha scardinato la politica dei maneggioni, di quelli che a livello locale, nazionale ed europeo, si muovono senza grazia e senza scrupoli e che hanno pochi rapporti con i problemi della vita di ogni giorno.
Questi massimi esponenti della politica, che dovrebbero essere guida, esempio, modello ideale e rassicurante, lavorare seriamente con buonsenso, ci hanno invece confermato, nel frastuono sguaiato dei recenti dibattiti televisivi, la loro coscienza intorpidita dalla routine e la loro asetticità nei confronti di valori cardine, da cui far germogliare certe regole, certi principi morali, certi doveri.
Non hanno imparato nulla dalle emergenze? Gli italiani delle zone terremotate, in ginocchio, hanno dato il meglio di sé. Non si sono dati una mano, ma entrambe. Riscopriamo e rilanciamo questi valori, perché nessuna società matura e moderna può rinunciarvi. Il futuro, sarà duro e noi dobbiamo prepararci ad affrontarlo. Ma se non si risvegliano le nostre coscienze saranno guai. Guai per tutti.
Non invoco il cielo dei valori generici, ma in questi ultimi tempi non ho sentito nessuno accennare ai valori individuali, soggettivi, quali onestà, rettitudine o sincerità. Si preferisce sbandierare, perché è più facile, quelli collettivi legati a libertà, uguaglianza, pace, accoglienza, guerre umanitarie. Alla faccia dei pacifisti.
Non scatto sull’attenti appena passa un Valore con la “V” maiuscola, del tipo: “Cogli l’attimo e fatti un Valore”. No. Quei Valori, sono finiti nel tritacarne della retorica, dell’enfasi politica, della spettacolarità giornalistica. Hanno perduto il loro significato. Ridotti a slogan, come negli spot pubblicitari. Recuperiamo gli altri.
Lucia Cametti