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Le due opzioni di Mattarella dopo il Referendum

Con le dimissioni di Matteo Renzi il Presidente della Repubblica può affidare l’incarico per la verifica della possibilità di costituire un nuovo esecutivo oppure sciogliere le camere e portare gli italiani alle urne

1.017 sono stati i giorni della durata del governo guidato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale ha ritenuto di dover annunciare le sue dimissioni dopo l’esito negativo del Referendum confermativo sulle modifiche Costituzionali dello scorso 4 dicembre. Una Costituzione, la nostra, che era già stata aggiornata in alcune sue parti, con la legge 2 del 9 febbraio 1963 (governo Fanfani), negli articoli 56, 57, 60; con la legge 3 del 27 dicembre 1963 (governo Leone) negli articoli 131 e 57; con le leggi del 22 novembre e 21 dicembre 1967 (governi Moro e De Mita) con modifiche agli articoli 10 e 26.

Renzi era subentrato, su incarico di Giorgio Napolitano, al governo di Enrico Letta nella primavera del 2013, e si trovò a dover gestire situazioni complesse e delicate, anche per le gravi spaccature interne ai partiti che costituivano la stessa area di governo. Ed è in questo clima di difficili relazioni e rapporti fra le forze politiche che Renzi e il suo governo hanno dovuto affrontare le proposte per le modifiche costituzionali approvate dal Parlamento e successivamente sottoposte a verifica attraverso il referendum che ha bocciato con il 60% dei voti la legge di riforma.  Ad essere sconfitto, a mio parere, non è stato solo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ma il suo stesso governo.

Appartengo al 40% degli elettori che hanno votato SÌ, e non mi considero ne uno sconfitto ne un perdente.  Considero questo risultato con grande preoccupazione perché le difficoltà e le divisioni che ha dovuto affrontare Renzi saranno le stesse che il Presidente Sergio Mattarella si troverà a dover affrontare con le consultazioni per la formazione di un nuovo governo.

Abbiamo visto come il popolo possa portare a decisioni in contrasto con la volontà di chi guida il Paese. Ciò accade  quando i rappresentanti della maggioranza si rivelano incapaci di risolvere i problemi che riguardano la collettività, o esercitano prerogative più simili a rivalse personali, o  perché legati – o peggio ancora vincolati – a patti con coloro che rappresentano poteri forti o interessi particolari..

Mi auguro che il  Presidente Mattarella, anziché affidare a qualcuno l’incarico per la formazione di un nuovo governo, sciolga le camere e convochi nuove consultazioni elettorali, perché questa classe politica è la stessa che negli ultimo 5 anni ha fatto fallire vari governi guidati da formazioni di diversi orientamenti politici, espresse da Berlusconi, Monti, Letta e Renzi. In tal modo cì si potrà sbarazzare di coloro che hanno impedito il ricambio della classe dirigente.

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Sarà così possibile mettere alla prova coloro che si ritengono in grado di  governare l’Italia, affrontando temi che per la loro complessità potrebbero isolare l’Italia dall’Europa, ricercando quelle alleanze internazionali indispensabili per dare una risposta ai gravi temi della ripresa economica, della lotta alle povertà, della criminalità e dell’emigrazione.

Giuseppe Braga

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