Gli amministratori veronesi invitano mons. Nunzio Galantino a parlare dell’enciclica Laudato Si mentre a Verona Sud pianificano la devastazione del territorio. Sabato 22 ottobre cittadini in piazza per il Parco dello Scalo
Negli ultimi anni i rapporti tra cittadini e istituzioni si sono modificati. Che esista uno scollamento tra la gente e chi amministra è risaputo, anche per colpa dei cittadini stessi che delegano anziché promuovere la democrazia partecipativa. Ma le stesse persone avvertono che è venuto meno nel tempo anche il feeling con la Chiesa locale, tanto da pensare che qualcosa è davvero cambiato nella cattolica Verona. Qui di seguito alcuni esempi recenti.
L’Amministrazione
Nella lectio magistralis di mons. Nunzio Galantino dal titolo Verso una conversione ecologica globale, organizzata da Comune, Amia e Diocesi al centro Veronafiere il 24 settembre scorso, il relatore con tono provocatorio ha detto che «Non si possono pulire le strade della città o dei quartieri e non pulire la coscienza e gli atteggiamenti degli amministratori». Nella nostra città esiste un’incoerenza abissale tra il dire ed il fare, tra la lezione bellissima di mons. Galantino e la tranquillità disarmante nell’applicare l’esatto opposto, tra le visioni ecologiche che l’amministrazione locale dice di avere e l’attuale stato di degrado che Verona dimostra.
Nel Consiglio comunale di giovedì 29 settembre chi ci amministra non ha neppure provato a dimostrare di avere un minimo pensiero ecologico o di credere davvero alla Laudato Si esaltata cinque giorni prima. Il Consiglio comunale ha infatti rigettato la richiesta di convertire in verde alcuni comparti e zone in abbandono a Verona Sud rinunciando quindi a migliorare la pessima qualità dell’aria. Eppure questi signori erano in prima fila ad applaudire mons. Galantino. Organizzano eventi di altissimo livello e contemporaneamente pianificano la devastazione del territorio e il consumo del suolo creando agglomerati in cemento ed incrementando smog e morte che le auto porteranno. Parlano di valori e di importanza delle relazioni, ma non ascoltano il grido dei cittadini di Verona Sud che da anni chiedono che vengano rispettati i loro diritti. Non riqualificano la città con luoghi di incontro e danno in uso luoghi come il Teatro Romano per feste private. Di cosa si tratta se non di incoerenza o ipocrisia politica?
Sul giornale L’Arena del 14 ottobre è stata pubblicata la notizia di un bando per partecipare alla costruzione di un nuovo parcheggio multipiano in via dell’Industria, in ZAI, al servizio dell’Ente Fiera, per il quale è stato ottenuto dalla Regione un finanziamento di 9,75 milioni. Altro cemento, altro traffico, con ulteriori 1500 auto e smog che si aggiungono alla situazione già pesante di quei quartieri. Ma nessuno, proprio nessuno ha a cuore la salute dei cittadini, il consumo del suolo, una mobilità alternativa all’attuale ormai al collasso? Perché non vengono realizzati i famosi parcheggi scambiatori fuori dalle zone nevralgiche della città, così come un Piano del traffico sensato prevederebbe? Ma perché non è stata presentata alla Regione la richiesta di contributo per realizzare un Piano del verde, dei Parchi urbani che possano mitigare i danni generati dallo smog? Con 9,75 milioni quanti parchi si possono realizzare a Verona?
La Chiesa
Nella giornata mondiale della preghiera per il creato dello scorso 1° settembre Papa Francesco ha detto che esistono nuovi peccati: quelli ambientali che vanno contro la creazione. Francesco parla di cosa è bene e cosa è male, di “esame di coscienza, pentimento, confessione e impegno a cambiare vita, per avere atteggiamenti responsabili anche nell’economia e nella politica, nella società e nella cultura che non possono essere dominate da una mentalità del breve termine e dalla ricerca di un immediato ritorno finanziario o elettorale”. Una visione che guarda agli ambienti cittadini e all’ecologia di quartiere. Ora io intendo che non può essere sufficiente modificare i nostri stili di vita e non basta essere più sobri o fare la sola raccolta differenziata per sentirci a posto con la coscienza.
Il Cap. IV dell’Enciclica sembra scritto proprio per Verona Sud, luogo dove si sta compiendo un disastro ecologico. Pensiamoci, le prossime generazioni ci malediranno se rimarremo zitti e indifferenti. Quanti di noi sollecitano la Chiesa locale perché sia presente su questi temi? Lodiamo il Papa che afferma “l’intima connessione tra ecologia umana ed ecologia dell’ambiente” perché “l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme”, ma fatichiamo a dare un risvolto concreto a queste parole. Come si traduce allora la Laudato Si nella quotidianità?
La lectio magistralis di mons. Galantino si è tenuta all’auditorium di Veronafiere. Bene, appena fuori esiste un inferno di cemento e smog che opprimono uomini e società civile. Avrei desiderato che i nostri preti in tale occasione avessero denunciato che Verona Sud è l’esatto contrario di quanto proclamato nella Laudato Si. Non è peccato, come dice Papa Francesco, devastare il territorio locale e le persone che lo abitano? Oscar Romero diceva che “la chiesa non può stare zitta” di fronte all’ingiustizia. Io mi chiedo: se Gesù Cristo fosse un abitante di Verona Sud starebbe zitto?
Noi Cittadini
Vale lo stesso anche per noi cittadini che rimaniamo zitti: in molti condividiamo le teorie bellissime sulla “casa comune”, sull’equilibrio tra uomo e ambiente e allo stesso tempo accettiamo indifferenti l’esatto opposto, cioè le enormi contraddizioni ambientali locali. Anche questa è ipocrisia: lodare il creato e rimanere fermi accettando di fatto che le persone si ammalino o muoiano sempre in numero maggiore a causa dell’inquinamento. A Verona non esiste un Piano del verde che possa mitigare l’effetto del forte inquinamento e delle bolle di calore, … ma ammiriamo la Laudato Si. Non ci sono servizi pubblici tali da permetterci di lasciare a casa le auto, ci sono poche e maltenute piste ciclabili per una mobilità diversa, eppure rimaniamo indifferenti … ma ammiriamo la Laudato Si. Mons. Galantino ha detto che la terra è resa povera dall’uomo e in quella terra povera e dimenticata vi saranno squilibri sociali e persone povere. Riusciremo ad ingannare la coscienza se il nostro silenzio ci renderà complici della devastazione territoriale? E chi si occupa di informazione che colpe ha se non denuncia questo stato di cose?
Per le scelte fatte dall’Amministrazione il territorio di Verona Sud pare destinato a un contesto di miseria programmata. Attorno c’è silenzio. Ognuno di noi faccia le dovute considerazioni.
Claudio Veronesi


ANDREA MODENESE
22/10/2016 at 07:05
Quanta condivisa amarezza nelle parole di Claudio… quando posso sfuggo (o fuggo?!?!) da queste strade per cercare respiro per il corpo, per la mente e per l’anima. Non c’è niente che mi faccia sentire più vicino a Dio e alla bellezza del creato come una passeggiata in montagna. Ma leggendo le parole di Claudio mi viene una domanda: non possiamo “meravigliarci del creato” anche nel quartiere che viviamo? Per ora direi proprio di no. L’unica meraviglia che vediamo vicino a noi sono i nostri figli, i nostri nipoti. E’ per loro e anche un pò per noi, che ci dobbiamo unire per smuovere le coscienze e obbligare chi ci governa ad un cambio radicale di direzione, non solo a livello locale.
andrea modenese
Enrico Marcolini
19/10/2016 at 16:03
Condivido pienamente la lucida analisi dell’attuale e futura situazione di Verona Sud e la giusta denuncia della mediocrità di politici ed amministratori che non operano nella direzione di uno sviluppo sostenibile e rispettoso di valori fondamentali come la salute dei cittadini (soprattutto dei bambini) e la creazione di quartieri vivibili. Al contrario, sotto la falsa bandiera della “riqualificazione”, così loro chiamano insediare 8 centri commerciali, tutti nella V circoscrizione (forse l’unica che hanno trovato supinamente disposta a svendere il proprio territorio) cementificano, pianificando un inaccettabile grave peggioramento della qualità dell’aria (che vuol dire più ammalati e morti) là ove le normative (che lorsignori buttano alle spalle irridendosene beatamente) obbligherebbero a contenerlo ed anzi abbassarlo quell’inquinamento già fuorilegge! Già, ma qui si aprirebbe un altro pesante capitolo: chi si preoccupa di far rispettare quelle norme di protezione della salute pubblica, quel pur cristallino “criterio di precauzione” richiamato spesso dalle normative europee (si veda ad esempio la norma quadro 50/2008-CE per la protezione della qualità dell’aria) se da una parte ci sono quisquiglie come la salute e la stessa vita dei nostri figli, e dall’altra cose ben più importanti come gli interessi economici di enti e le esigenze speculative di grandi gruppi economici che ci vogliono imporre (con il colpevole avvallo politico/amministrativo) ulteriori spropositate aree commerciali di cui nessuno lamenta la mancanza?
Dove sono i dirigenti comunali che dovrebbero – liberi da soggezioni e sottomissioni politiche – dare i pareri di garanzia?
Forse ci vorrebbe qualche bravo e coraggioso giudice che cominciasse ad indagare sulla genesi di certi fenomeni edificatori, o anche più semplicemente, che chiedesse conto a enti e figure giuridiche preposte (e pagate dai cittadini) alla tutela della salute pubblica (tra cui anche i sindaci) se hanno realmente valutato e tutelato questo bene preziosissimo, facendosi soprattutto garanti di chi non ha voce: i bambini!
Già, ma sappiamo purtroppo che a Verona gira spesso una battuta (mi si perdoni se la riporto così com’è) che suona all’incirca: “par i schei, se ciava anche la salute”.
Grazie quindi Signor Claudio per ciò che ha scritto: io sabato ci sarò.
Enrico
Alberto Ballestriero
19/10/2016 at 11:04
Per non affrontare il tema del degrado urbanistico di Verona Sud l’Amministrazione ha perfino preferito inserire il centro storico di Veronetta nel programma di finanziamento statale per la Riqualificazione delle Periferie ottenendo 18 milioni di €. Non è perché non conosce il significato della parola ‘periferia’, ma perché se avesse chiesto quei soldi per la vera periferia creando ad esempio un vero parco all’ex scalo ferroviario avrebbe dovuto rinunciare alla cementificazione di altro suolo.