La finalità dovrebbe essere quella di liberare il Comune dai politici tosiani e dalle forze politiche che ne condividono metodi e contenuti
Forse sto drammatizzando eccessivamente la situazione di Verona, così come le mie previsioni sul suo futuro. Spero ardentemente di commettere uno sbaglio e di vedere grigio e nero un panorama dove invece dominano l’azzurro ed il rosa. Ma, a mio parere, se non cambia radicalmente il modo di governare Verona, non vedo come si possa prospettare un futuro radioso per la nostra città.
Da troppi decenni la città è amministrata da sindaci e giunte incapaci, che anziché conquistare il potere con lo scopo di migliorare le condizioni della città e dei suoi cittadini hanno avuto come fine primario quello di conservarlo, gratificando tutti quei gruppi e lobby che ne potessero favorire la conquista e il relativo godimento.
Gli ultimi dieci anni sono stati i peggiori. Il Comune, e quindi noi veronesi, abbiamo subito la perdita di alcuni tra i più importanti e preziosi immobili storici che la municipalità aveva ricevuto in eredità da vari lasciti, per usarli a favore della popolazione. Sono stati alienati perché il sindaco Tosi aveva bisogno di fare cassa. Tra questi: lo storico Palazzo del Capitanio, Castel San Pietro, Palazzo Forti, palazzo Pompei, Palazzo Gobetti, l’ex convento francescano di San Domenico e il centralissimo palazzetto del Bar Borsa.
Inoltre, la giunta Tosi, anziché assumersi il diritto/dovere di pianificare il territorio, ha preferito delegare questo compito agli operatori privati, in cambio di opere urbanistiche o di soldi, con conseguenze molto gravi, come una grave confusione urbanistica con danni all’equilibrio economico, sociale e culturale del territorio, un traffico caotico e incontrollabile, l’aumento dell’inquinamento atmosferico con i relativi danni alla salute pubblica. Infatti, gli interessi degli operatori privati si sono concentrati soprattutto nella costruzione di centri commerciali.
Fortunatamente il più importante progetto tosiano, il traforo della collina con la strada di gronda, si è bloccato, mentre sta annaspando quello relativo alla ristrutturazione dell’ex Arsenale; entrambi realizzabili in project financing. Oltre a questi due progetti, incombono nel futuro di Verona quelli del cimitero verticale, della copertura dell’Arena e di qualche altra stramberia tosiana.
Come posso non vedere nero nel futuro della città e dei suoi abitanti? Le previsioni elettorali per la prossima primavera non aiutano certamente a pensare positivo. La Lega Nord, ex partito del sindaco, è una possibile vincitrice delle elezioni, e non va dimenticato che i partiti di destra nei primi cinque anni avevano approvato il metodo ed i contenuti tosiani di pianificare la città.
L’opposizione in Consiglio comunale, che per quasi dieci anni ha tentato di contrastare questi disegni, era ed è per la maggior parte composta da esponenti del PD, da un consigliere di SEL e più recentemente anche dai Cinque Stelle. Nonostante la dura opposizione, in cui si è particolarmente distinto il capogruppo del PD Michel Bertucco, ora sembra che tra i renziani e Tosi sia scaturita una imprevedibile e ingiustificata stima reciproca. Infatti, il premier Renzi, segretario nazionale del PD, si è espresso positivamente sul sindaco Tosi, definendolo bravo e competente. I motivi di una tale affermazione sono probabilmente legati alla scelta di Tosi di votare SI al prossimo referendum costituzionale e di appoggiare, con il voto delle sue senatrici, le scelte del governo. Ma, da veronese, mi duole constatare che la mia città, in cambio dell’appoggio di “Fare”, il partito di Tosi, alle scelte nazionali di Renzi, corre il rischio di essere sacrificata e riconsegnata o ai tosiani, assieme al PD, soprattutto renziano, oppure alle destre, che hanno governato i primi cinque anni assieme all’attuale sindaco. Viene spontaneo ricordare Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»
Perché invece tutto cambi, perché nulla rimanga come prima, è necessario iniziare dalla formazione della lista elettorale di cambiamento. Certamente ora sarò accusato di esagerare e di essere addirittura blasfemo, ma, fatte le opportune proporzioni e differenze tra l’attuale situazione e quelle drammatiche e tragiche del settembre del 1943, penso che a Verona occorrerebbe una sorta di CLN. Come durante la guerra il Comitato di Liberazione Nazionale nacque per liberare l’Italia dal fascismo e dai tedeschi ora servirebbe una Comitato di Liberazione Comunale (CLC) per liberare la città di questi amministratori che per la loro incompetenza, per la loro indifferenza al bene pubblico e per il loro esclusivo interesse alla propria carriera, la stanno irreversibilmente rovinando.
La finalità del CLC dovrebbe essere quella di liberare il comune di Verona dai politici tosiani e dalle forze politiche che ne condividono o ne hanno condiviso i metodi e i contenuti. Sarebbe quindi opportuno che su una seria e completa base programmatica, si riunissero tutti i partiti, di destra, di centro e di sinistra, i comitati, i gruppi e i singoli cittadini, per proporre all’elettorato veronese un candidato sindaco ed una giunta formata da persone competenti e oneste che, una volta finito il loro compito di liberare e riqualificare Verona, nel periodo di cinque o dieci anni, siano disposte a tornare alle loro precedenti occupazioni e non siano invece tentate di usare la propria esperienza di amministratori solo per fare carriera politica.
Faccio appello alle forze di destra che non condividono questi ultimi dieci anni di amministrazione Tosi; a quella o quelle componenti del PD che non approvano la stima di Renzi per Tosi e non intendono svendere la propria città per pochi voti a Roma; al movimento Cinque Stelle, che a Verona, da solo, non andrà da nessuna parte; ai partiti di sinistra perché superino la tentazione di rinchiudersi in una pura e comoda opposizione e tentino invece di vincere le elezioni e di governare. Soprattutto chiedo ai partiti un atto di estrema generosità nell’evitare di mettere simboli e cappelli su una lista civica che deve essere realmente trasversale ed appartenere a tutta la città.
Giorgio Massignan
VeronaPolis

Giorgio Massignan è nato a Verona nel 1952. Nel 1977 si è laureato in Architettura e Urbanistica allo IUAV. È stato segretario del Consiglio regionale di Italia Nostra e per molti anni presidente della sezione veronese. A Verona ha svolto gli incarichi di assessore alla Pianificazione e di presidente dell’Ordine degli Architetti. È il responsabile dell’Osservatorio VeronaPolis e autore di studi sulla pianificazione territoriale in Italia e in altri paesi europei ed extraeuropei. Ha scritto quattro romanzi a tema ambientale: "Il Respiro del bosco", "La luna e la memoria", "Anche stanotte torneranno le stelle" e "I fantasmi della memoria". Altri volumi pubblicati: "La gestione del territorio e dell’ambiente a Verona", "La Verona che vorrei", "Verona, il sogno di una città" e "L’Adige racconta Verona". giorgio.massignan@massignan.com

Marcello
18/10/2016 at 12:57
D’accordo con Giorgio. Va convocata una conferenza a breve termine comunque entro novembre con chi ci sta per formare un comitato di competenti non direttamente coinvolti nei partiti esistenti o connessi alle oligarchi economiche dominanti, disposti a servire la città ed a ritirarsi a fine mandato. Scopo immediato è di conquistare il ballottaggio e di costruire le alleanze occorrenti per vincere. Direi di sentire esponenti di comitati già presenti nelle lotte sociali in corso e di favorire la partecipazione di movimenti civici di destra di centro e di sinistra dentro una variopinta lista civica.
Giuseppe Braga
18/10/2016 at 10:33
Facciamo pure il CLC, purché, assieme ad altre liste, movimenti, gruppi, si riesca a costruire un programma con il quale ottenere una maggioranza, almeno al secondo turno. Diversamente assisteremo a sterili quanto penosi tentativi da parte dei “soliti” esponenti convinti che senza di loro il mondo sarà costretto a fermarsi. Ciò richiederà, però, un bagno di umiltà e la disponibilità a concorrere alla pari e senza pretendere di valere più degli altri. Diversamente a prevalere saranno gli avversari di sempre, cioè coloro che già alcuni propongono come possibili alleati. Una ripassata ai risultati precedenti, forse, aiuterà qualcuno a capire che da soli non si è mai contato niente!