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«Tosi competente e capace» e il PD a Verona si adegua

Alessia Rotta, Maria Elena Boschi, Diego Zardini

Infelice l’uscita alla trasmissione Politics su RAI 3 del Segretario nazionale PD e premier Matteo Renzi

Ma allora non erano malignità o calunnie i sospetti che dietro l’allegra fischiatina dell’inno alla fratellanza Fiorentina-Hellas di Renzi e Tosi sulle scale di Palazzo Barbieri si nascondesse un patto scellerato in vista delle prossime elezioni amministrative, e forse anche politiche. Ormai da tempo i sospetti sono diventati certezze, al cospetto del terzetto di senatrici tosiane che votano regolarmente per il governo. E se ancora non bastavano le “corrispondenze d’amorosi sensi” che i due si sono ripetutamente scambiati nell’ultimo anno, ecco, martedì 11 ottobre alla trasmissione Politics, l’endorsement di un premier disperato per le sorti del referendum a favore del sindaco “competente e capace”. Se non andiamo errati, esattamente quale è stato giudicato negli ultimi nove anni dal PD scaligero nelle innumerevoli dispute chiuse dal prode Flavio a pernacchi e a pesci in faccia all’opposizione.

Niente da dichiarare Alessia Rotta, Orietta Salemi, Alessio Albertini? Se non altro per rispetto verso un elettorato che non ci capisce più nulla. Niente da chiarire Vincenzo D’Arienzo, Diego Zardini, Damiano Fermo? Non siete voi la sinistra del partito? Abbiamo capito male, oppure avevamo capito benissimo già da due anni? La loquace (più spesso a proprio discapito) portavoce dello spericolato fiorentino dovrebbe avere la compiacenza di illustrare a quel che resta del popolo democratico il significato delle parole di Renzi. Così, tanto per dargli qualche soddisfazione, illuderlo che le sue passioni e i suoi ideali attraverso un machiavello, che pure stentiamo a capire, non passeranno in soffitta. Lo hanno già battezzato “il patto del pandoro”: un mix di fascisti presentabili (si fa per dire), di esodati di Forza Italia e di raminghi dell’ex-area di centrosinistra, che se fossimo Bauli denunceremmo per danno d’immagine.

Ma intanto altri spostamenti inducono a più che un sospetto. Gianni Dal Moro viene nominato garante del PD sardo in rotta di collisione interna, mentre il renziano doc Lorenzo Guerini è inaspettatamente promosso garante del partito in Veneto. Perché spedire Dal Moro in Sardegna, lontano dalla sua base politica che certamente conosce molto meglio dell’altro, e non viceversa? Non serve un genio per capire che il missionario renziano avrà da fare nei prossimi mesi massiccia opera di conversione.

Resta ancora qualcosa da aggiungere. Di fronte all’ipotesi di un’alleanza con Tosi, il già misero elettorato democratico (22/23%) si dimezzerà e soprattutto perderà vistosamente colore, marciando spedito verso quel partito della nazione che sin da subito è stato l’obiettivo di Renzi. A Roma inciuci del genere (sfiducia a Marino dal notaio e con i voti di Alemanno) hanno portato i Cinquestelle al potere e distrutto per almeno i prossimi dieci anni il PD capitolino. Vogliamo replicare anche a Verona?

Mario Allegri

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Written By

Mario Allegri ha insegnato letteratura italiana contemporanea alla Facoltà di Lettere di Verona. Ha pubblicato vari saggi letterari in riviste, giornali e presso editori nazionali (Utet, Einaudi, La nuova Italia, Il Mulino). Ha partecipato come indipendente alle primarie 2011 per l'elezione del sindaco a Verona. marioallegri9@gmail.com

3 Comments

3 Comments

  1. marco zuppini

    15/10/2016 at 11:08

    Proprio “capace e competente”, come nel nominare alla Fondazione Arena, un perito agrario, Girondini, la cui gestione non sembra proprio essere stata ottimale, per usare un eufemismo.
    Tesserne le lodi e dare pubbliche patenti a livello nazionale di capacità e buon governo al proprio avversario, sembra una tattica per mettere in fuga i propri elettori, e far vincere i propri avversari.
    Perchè l’elettorato dovrebbe votare per i democratici quando Tosi è competente e valente?Tal figura competente e capace, inevitabilmente avrà scelto come successore tosiano, un uomo competente e capace; se così non fosse, nemmeno Tosi lo sarebbe, non sapendo da capace e competente, sciegliersi i collaboratori e circondarsi delle persone migliori.
    Qualcuno, non contento vuol bissare l’esperienza della Moretti alle regionali, che riusci a prendere meno voti del povero Bertolussi, che nessuno aveva mai immaginato fosse di sinistra prima della sua candidatura.

    p.s.: tale uscita nazionale del presidente del consiglio, è un insulto a chi questa città e questi anni amari li ha vissuti: una città che ha avuto la ribalta della cronaca per il furto di Castelvecchio, non ancora rientrati, in cui il comune ha mostrato la sua impreparazione; o salita alle cronache per il caso della Torricella Massimiliana e delle sue antenne, o per le ombre della n’drangheta emerse dall’indagine della DIA Aemilia, o ancora per il caso di corruzione che ha coinvolto il vice-sindaco; chi ha visto veder colare cemento e centri commerciali nella zona sud; chi vede l’Arsenale in stato di abbandono; di chi si preoccupa dell’ambiente, ha contrastato il tunnel, o lottato contro l’incenerimento e a favore dell’incremento della raccolta differenziata, o da anni chiede inascoltato un parco urbano al posto dell’ex-scalo merci di Porta Nuova. Insomma di chi è stanco dei giochi della politica nazionale, e della bassa cucina politica, come denuncia il professor Allegri, sulla pelle della città.

  2. lorenzo

    13/10/2016 at 15:24

    caro Mario,
    ti consiglio di leggere “Tattica e strategia della guerra popolare” di Mao Tze Dong, se già non l’hai fatto…
    Lorenzo

    • mario allegri

      14/10/2016 at 01:08

      Ma di che tattica parli, caro Lorenzo?! Qui si tratta di bassissima cucina.

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