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Bertucco parla, ma non dal palco della Festa dell’Unità

Il capogruppo PD in Consiglio comunale alla Festa in Rosso di Rifondazione fa intravvedere una strategia per uscire dalla palude tosiana e promette battaglia alle prossime elezioni

Parla Michele Bertucco alla Festa in Rosso di Quinzano e ad ascoltarlo, girando un po’ l’occhio attorno, non si vede nessuno della pattuglia PD a Palazzo Barbieri. Eppure, è il capogruppo dell’opposizione democratica a Tosi, un’opposizione puntigliosa (ma non mai a prescindere), competente e tecnicamente inconfutabile. Che vogliano dire qualcosa queste assenze? Qualcosa di molto preciso, se le vogliamo mettere assieme al mancato invito a Michele sul palco della Festa dell’Unità (per favore, più rispetto per le parole) durante la sfilata per il Sì dei tanti papaveri ormai rosa-stinto venuti da Roma?

Bertucco snocciola cifre, episodi, momenti di questi suoi cinque anni all’opposizione, fa intravvedere una possibile strategia per uscire definitivamente dalla palude tosiana e promette battaglia alle prossime elezioni («il perdente di successo non mi interessa, e comunque l’etica non si baratta con nulla»). Ma quel che più colpisce è la sua consonanza con il popolo rosso che lo ascolta (più numeroso e molto più giovane di quello della Festa democratica) e dal quale, nel dibattito che presto si anima, escono parole e proposte condite di una passione che nel PD, quello nazionale come pure quello scaligero, da tempo non si avverte più, renzine e renzini troppo concentrati nel costruire la propria carriera.

Parole e proposte che ci sarebbe piaciuto cogliere anche nella risposta (30 agosto), più impalpabile della nebbia di novembre sul Tamigi, di Orietta Salemi alla lettera aperta di Luciano Butti su questo stesso giornale (28 agosto). E invece no, alla richiesta di una dichiarazione netta e inequivocabile, a pochi mesi dalle elezioni, circa una possibile alleanza con Tosi & C, il silenzio assoluto. Peccato che Orietta e il Segretario provinciale non fossero al dibattito con Bertucco: avrebbero avuto conferma che l’elettorato di sinistra (anche quello più moderato) di Tosi non ne vuol sentire nemmeno parlare, e che i voti (non solo quelli più rossi, ma sicuramente anche un’ampia percentuale di quanti votano abitualmente il PD) verranno a mancare a quegli eventuali patti.

Mica tanto eventuali poi, se si ha già avuto l’impudenza di affermare che le alleanze si faranno con quanti sosterranno il Sì al prossimo referendum (dalle parti del Fare! si levò alto un nitrito). E per favore la smettano quelli del PD ad accusare di illazioni: i fatti, le parole e i gesti sono sotto gli occhi di tutti, e l’interpretazione possibile, fino alla smentita ufficiale che mai non arriva, è una sola. Ma poi sono così sicuri nel PD che Tosi possa essere l’alleato forte che si spera? Dalla Lega da cui si è sfilato senza tanti problemi, rinnegando el Leòn de San Marco e mettendo sotto naftalina i fazzoletti verdi, c’è da scommettere che partiranno siluri di tutti i generi.

Ci sarebbe da divertirsi, e non poco, se non fosse che la posta in gioco sono le sorti future di questa disgraziata città, senza progetti e già oberata di debiti.

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Mario Allegri

Written By

Mario Allegri ha insegnato letteratura italiana contemporanea alla Facoltà di Lettere di Verona. Ha pubblicato vari saggi letterari in riviste, giornali e presso editori nazionali (Utet, Einaudi, La nuova Italia, Il Mulino). Ha partecipato come indipendente alle primarie 2011 per l'elezione del sindaco a Verona. marioallegri9@gmail.com

3 Comments

3 Comments

  1. dmotti

    06/09/2016 at 11:51

    Non credo proprio che Michele volesse fare la “soubrette” se c’è certezza è proprio questa, forse le “soubrette” sono altri/e.
    A me pare che sia spesso ignorato dai papaveri del partito democratico.
    Peccato per loro però che i suoi commenti, frutto di indagini puntuali, siano apprezzati e condivisi e non si può dire lo stesso per gli altri.
    Io aspetto ancora un NO chiaro del PD ad alleanze con Tosi e dintorni, ma mi pare siano tutti impegnati a spargere fumo…
    continuate così e alle prossime elezioni prevedo un bel tonfo.
    un caro saluto.

  2. lorenzo dalai

    05/09/2016 at 12:31

    caro Mario,
    errare humanum est, perseverare autem diabolicum, ovvero della sfilata di ministri alla Festa dell’Unità a Quinzano non c’è stata traccia; un solo rappresentante del Governo, Maria Elena Boschi. Che poi si voglia far passare come realtà le tue impressioni o le tue aspirazioni mi pare pretestuoso: nessun mancato invito per Bertucco nell’occasione, poteva venire quando voleva, ma non si è visto. Come non si è visto durante la campagna per le elezioni regionali dello scorso anno, quando sotto casa sua, in piazza San Zeno, c’erano tre ministre e lui se n’è andato per i fatti suoi…sono stato testimone oculare! Siontomatico di un atteggiamento politicamente inconcludente, perchè avrebbe potuto in questi tre anni stabilire una forte filiera con il governo ( del suo partito ) e costruire qualcosa di solido e proiettato nel futuro per Verona. Ha invece preferito fare l’aventiniano, non fare gioco di squadra, ma solo interdizione su Tosi. Non ha dialogato con i Parlamentari veronesi del PD, ben quattro, ma ha preferito fare la soubrette sul palco di una festa che non era quella del suo partito. Direi che ogni altro commento è superfluo!
    Lorenzo Dalai

  3. Enrico Bertelli

    02/09/2016 at 17:21

    Stavolta sì, senza riserve, condivido riga per riga questa cronaca corsiva di Mario Allegri. Per chi non c’era confermo: è andata proprio così. Il sole di questa calda fine estate veronese riuscirà ad illuminare il cammino di noi irriducibili viandanti, sconfiggendo l’impalpabile nebbia di novembre sul Tamigi (lo ammetto, ho avuto un brivido di piacere letterario…)? Speriamo di sì, per il bene di questa città.

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