Quando anche a Verona un tariffario per l’affitto dei monumenti ai privati?
Nel tempo antico, privati e facoltosi cittadini usavano il teatro per l’allestimento di spettacoli rivolti al pubblico in occasione di avvenimenti di rilevante importanza: una cerimonia religiosa, la vittoria alle elezioni di magistrato della città, la celebrazione di una campagna bellica. Li chiamavano “evergeti”, termine greco composto da eu che significa “bene” e ergon, “lavoro, azione” : essi elargivano doni alla collettività, sia per motivi di interesse personale, sia per il forte senso dello Stato che caratterizzava ogni singolo cittadino.
Ci viene resa nota in questi giorni la decisione favorevole della Giunta comunale di Verona in merito alla richiesta di un noto imprenditore di poter utilizzare il Teatro Romano, per un’intera settimana, alla fine del prossimo mese di settembre, per l’allestimento di una festa privata, con la creazione di un mini stadio del ghiaccio all’interno dell’orchestra antica, oggi sede della platea, e della scena.
Non sappiamo a quanto ammonti il compenso offerto al Comune e quale sarà l’occasione importante che ha spinto l’imprenditore a progettare l’evento glaciale. Stupisce che egli abbia scelto il Teatro Romano per il suo spettacolo sul ghiaccio anziché il bellissimo stadio di Boscochiesanuova. Inoltre comprendiamo che non abbia potuto richiedere l’affitto dell’anfiteatro intero dell’Arena di Verona in cui la società Opera on ice Srl, cui egli si è rivolto, crea da anni meravigliosi e costosi spettacoli che vedono come protagonisti Carolina Kostner e altri grandi campioni del pattinaggio. Infatti in Arena, il 7 e l’8 ottobre 2016, si svolgerà lo spettacolo Intimissimi on ice che avrà come ospite d’onore Andrea Bocelli.

Intimissimi on Ice 2015 in Arena
Il Galà su ghiaccio dell’imprenditore veronese è invece privato, non sarà aperto al pubblico né ci sarà la possibilità di pagare 30 euro per parteciparvi, quota minima richiesta per lo spettacolo dell’Arena, non sarà allestito nel segno dell’evergetismo ma solo per la celebrazione autoreferenziale di una festa privata. Il progetto risulta dunque quasi la mini-copia dello spettacolo areniano, stride con il periodo contingente (e sarebbe un’azione molto più meritoria ed elegante rinunciare all’iniziativa per devolvere la somma alle famiglie dei sopravvissuti del terremoto, oppure per il restauro di un edificio danneggiato, come ad esempio il Cinema Teatro Comunale “Giuseppe Garibaldi”, già Chiesa di San Domenico, risalente al secolo XVI, di Amatrice); nello stesso tempo risulta di cattivo gusto considerando la vocazione originale dell’edificio e la modesta dimensione dell’orchestra antica e di ciò che sopravvive della scena del Teatro Romano, la scarsa originalità della proposta ma soprattutto la pericolosa esposizione dei reperti del I secolo a. C., già bisognosi di seri interventi di restauro, all’opera di allestimento del mini stadio su ghiaccio, come ben ha fatto notare la dottoressa Margherita Bolla, direttrice del Museo Archeologico del Teatro Romano. Questi sono i motivi per cui stupisce ancor di più il parere favorevole della Giunta veronese.
Ma quanto è accaduto richiama alla memoria la prima concessione in affitto, da parte dell’allora sindaco Matteo Renzi, di un bene artistico quale la Galleria degli Uffizi, per una sfilata di moda, per celebrare il quarantesimo anniversario del marchio di Stefano Ricci. Era il 2012 e a ciò seguì, l’anno dopo, l’affitto del Ponte Vecchio a Luca Cordero di Montezemolo, allora a capo della Ferrari, per una cena esclusiva e privata che blindò il ponte per un giorno. Di conseguenza nacque a Firenze un tariffario per la concessione in uso dei beni culturali per eventi. Ma, ad oggi, si sono moltiplicati tali episodi fino al recente affitto del Teatro romano di Fiesole per un matrimonio, e spesso si nota che tali eventi vengono proposti e decisi durante la stagione estiva, quando le città sono poco frequentate dai cittadini.
La Giunta di Tosi in questa occasione pare realmente molto vicina a Renzi in materia di gestione della Cultura ed erede di una tendenza alla perdita del significato storico del nostro patrimonio. Così dobbiamo aspettarci per Verona un nuovo tariffario per l’affitto dei nostri beni come avvenne a Firenze anni fa?
A questo punto non ci resta che sperare nel risveglio della coscienza, in primis, del ricco imprenditore e commerciante e, di conseguenza, nel ripensamento civico degli amministratori. Per il resto confidiamo nell’intervento della nostra Sovrintendenza che saprà sicuramente distinguersi nella difesa e nella tutela del nostro amato Teatro Romano.
Giulia Cortella
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