Lunedì 27 e martedì 28 giugno a un centinaio di spettatori sarà consentito varcare i cancelli del carcere di Verona per assistere a Speratura, lo spettacolo della compagnia Teatro del Montorio, frutto del laboratorio di Alessandro Anderloni e Isabella Dilavello organizzato da Le Falìe con il sostegno della Fondazione San Zeno. Dieci attori e attrici che, dalle diverse sezioni del carcere, hanno condiviso un percorso di teatro iniziato nel novembre scorso, con incontri settimanali. Iniziativa fortemente sostenuta dalla direttrice del carcere Maria Grazia Bregoli che ha acconsentito a far lavorare insieme detenuti e detenute ed ha aperto le porte dell’istituto ad un pubblico esterno.
La scena si svolge in una sala d’attesa dove si muovono personaggi che hanno già vissuto, pur non essendo ancora venuti al mondo: un re, un servo, un pugile, una moglie fantasma, due soldati nemici, una bambina, un filosofo, Pulcinella.
«Il carcere è un concentrato di mondo – spiega Anderloni – per provenienze, lingue e culture. Così, com’è consuetudine nei miei laboratori, ho condiviso innanzitutto l’esperienza comune del gioco. Non scrivo mai un testo senza condividerne la creazione con chi lo interpreterà. Così il vissuto dei partecipanti al corso a poco a poco è emerso prepotentemente, scompaginando aspettative e regole».
In scena ci sono le creazioni in feltro di Esther Weber, realizzate con la scultrice Marta Pagan Griso. I costumi sono di Giovanna Ferrarese, le fotografie di scena di Flavio Pèttene.
Info: lefalie.it