Un centinaio di persone hanno seguito lunedì 14 marzo a Verona, all’hotel San Marco, la conferenza del prof. Cesare Guerreschi, psicoterapeuta esperto di dipendenze patologiche, presidente della Società Italiana Intervento Patologie Compulsive, che ha parlato delle principali problematiche legate al gioco d’azzardo patologico e ha presentato il suo libro Non è un gioco (edizioni San Paolo).
«Abbiamo seguito con interesse le proteste del quartiere sull’apertura della sala videolottery a Borgo Trento – ha detto Guerreschi –. E’ lodevole che un quartiere intero si schieri per proteggere i propri abitanti, è da capire che i cittadini chiedano una risposta concreta ai politici rispetto le loro preoccupazioni. Quello che per i politici è più semplice fare è restringere l’orario di esercizio delle slot-machine, che vengono quindi spente per gran parte della giornata. Questo è quello che è successo a Verona».
«In realtà – ha continuato Guerreschi – quel che serve è informare, formare e prevenire, nonché curare qualora sia necessario. Il proibizionismo o il liberismo in materia di gioco sono disastrosi, due soluzioni estreme che non portano a nulla. Nel caso della deriva proibizionista in corso in Italia i risultati sono sotto gli occhi di tutti, gli apparecchi illeciti come i totem sostituiscono le macchine regolari, pertanto il problema si aggrava. È il caso di sedersi tutti insieme ad un tavolo: politici, amministratori, gestori, operatori sociali e riflettere su quali siano le soluzioni corrette».