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Opinioni

La Verona che vorrei, alcune idee per i primi 100 giorni

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Traffico, riduzione degli sprechi e informazione ai cittadini, ecco tre proposte articolate attuabili nei primi tre mesi di governo dalla prossima Amministrazione

Ho molto apprezzato l’analisi e le proposte di Giorgio Massignan e di VeronaPolis e i commenti che ne sono seguiti, tra cui mi limito a ricordare quelli, molto interessanti, di Paolo Ricci su RadioPopolare (La Verona che vorrei, traslazione da sogno a realtà secondo Paolo Ricci ) e di Enrico Bertelli su Verona In (Massignan come Lorenzetti disegna la città ideale).

Mi auguro che queste proposte possano essere integrate e precisate e trovino poi un veicolo politico adeguato per convincere i veronesi nella primavera 2017. Per arrivare a questo risultato vi è una sola possibilità: VeronaPolis, i movimenti che si sono opposti a Tosi in questi anni e il partito democratico devono (da subito!) parlarsi e ascoltarsi reciprocamente, senza pregiudizi. Non è detto che si arrivi ad un accordo, ma occorre provarci. Anche perché, se non si arrivasse a un’intesa di questo tipo, la conseguenza sarebbe inevitabile: né il partito democratico né eventuali liste collegate ai movimenti arriveranno al ballottaggio. Con le conseguenze che è facile immaginare.

Vorrei però qui dare un piccolo contributo di merito. Le ottime proposte di lungo respiro di VeronaPolis devono a mio avviso essere integrate con una serie di misure da attuarsi nei primi 100 giorni della nuova amministrazione. I veronesi, quando andranno al voto, dovranno conoscere – oltre alle “idee di città” che verranno delineate – anche cosa accadrà nei successivi tre mesi. Chiarire questo aspetto è una necessità “elettorale”, ma anche e soprattutto un dovere di chi si candida verso gli elettori. Vorrei iniziare questo dibattito con tre proposte, certamente attuabili nei primi 100 giorni.

Traffico
VeronaPolis giustamente propone una strategia a lungo termine: trasporto pubblico di massa, parcheggi scambiatori, piccoli bus ecologici verso il centro, estensione della ZTL. La filosofia che sembra alla base di questa proposta è una sorta di scambio con i cittadini: prima vi diamo un servizio di trasporto pubblico di massa efficiente e poi chiuderemo sempre di più e sempre più ampiamente il centro alle auto. Giusto, ma non basta. Occorre da subito una misura importante che riduca (senza per il momento eliminarlo) il traffico privato in città, così agevolando il trasporto pubblico (a partire dal servizio bus esistente) e convincendo sempre più cittadini ad usarlo. Una misura di questo tipo esiste ed è possibile attuarla in tre mesi. E’ applicata con successo in molte città europee, e si chiama congestion charge. Basta con la attuale ZTL e i suoi orari cervellotici. Chi vuole entrare in città con la propria auto (a qualsiasi ora del giorno) paga, volta per volta, una cifra ragionevole per questa possibilità. Dovunque è stata realizzata, questa misura ha in poco tempo convinto le persone ad organizzarsi e a concentrare in poche occasioni l’uso dell’auto privata in centro. L’effetto immediato è una drastica riduzione delle code e del traffico, soprattutto per i bus. Spariranno le tristi e persino umilianti code di guidatori fermi in coda (spesso col motore acceso!), in attesa che scatti il verde per l’accesso alla ZTL. I cittadini si abitueranno all’uso del bus. E presto si appassioneranno, perché il bus sarà molto più veloce di quanto non sia attualmente. Vi è modo per applicare questa misura in modo intelligente. Per esempio, si può prevedere che chi vuole accedere debba pagare una tariffa di accesso iniziale che dia anche diritto a un forte sconto per l’abbonamento al mezzo pubblico: vedrete che inizierà presto ad usarlo. Una esenzione totale dalla congestion charge deve essere prevista, oltre che per i mezzi pubblici, solo per i disabili e i veicoli ad essi collegati. E i residenti? Ovviamente dovranno avere un fortissimo sconto (a Londra lo sconto è del 90%), ma anch’essi dovranno in piccola parte contribuire. La città è di tutti, e questa misura avvantaggerà prima di tutto i residenti.

Riduzione degli sprechi
Non bisogna “parlarne”. Bisogna attuarla. Da subito. Nei primi 100 giorni. Per esempio con le seguenti misure: a) Avvio di un rapido processo di eliminazione delle partecipate inutili (ricordo che abbiamo due aziende dei trasporti); b) Avvio del processo di sostituzione dei consigli di amministrazione delle partecipate con amministratori unici: sino ad oggi i CDA sono stati usati dai partiti (di maggioranza e di opposizione) come parcheggi o premi di consolazione per il proprio personale. Adesso basta; c) Pubblicazione sul sito del Comune di tutti i benefit attualmente spettanti e consiglieri e assessori e di un piano rapido per la loro riduzione; d) Pubblicazione delle spese sostenute nei 10 anni della Amministrazione Tosi (e nei 5 della Amministrazione Zanotto) per viaggi di consiglieri e assessori e per consulenze esterne e piano per la loro riduzione; e) Monitoraggio continuo sul sito del Comune della attuazione dei piani di riduzione delle spese per benefit, viaggi e consulenze; f) Piano concreto e aggressivo di riduzione dell’evasione delle imposte locali (es: tassa rifiuti) e del pagamento dei servizi pubblici (è scandaloso che solo ora si inizi timidamente a responsabilizzare i conducenti dei bus per la prevenzione dell’evasione).

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Informazione dei cittadini
Durante gli anni di Tosi è stato difficile persino procurarsi le Delibere del Comune. La nuova Amministrazione dovrà diventare una casa di vetro. Non si tratterà però soltanto di non frapporre ostacoli ai cittadini che si vorranno informare. Si tratterà di informare attivamente i cittadini, anche al fine di stimolare comportamenti “virtuosi”. La filosofia che sta alla base di questa strategia è quella della “spinta gentile” (Nudging in inglese), elaborata nei libri di Cass R. Sunstein, uno dei principali consiglieri del Presidente Obama. E’ possibile far sapere in tempo reale ai cittadini il livello delle polveri sottili, la temperatura media all’interno dei principali uffici pubblici, il numero di coloro che accedono al centro con l’auto privata pagando la congestion charge, il denaro ricavato in questo modo e la sua destinazione e molte altre informazioni. Conoscere aiuta a decidere bene. Ma si può fare molto di più. Per esempio, nella bolletta energetica che riceviamo, almeno AGSM potrebbe indicare chiaramente se la nostra famiglia è “nella media”, “sopra la media” o “sotto la media” nel consumo energetico. Studi indipendenti hanno dimostrato come una informazione semplice come questa sia straordinariamente efficace per convincere chi sta consumando troppo ad adottare stili di vita più ecologici. Strategie simili possono essere utilizzate, a livello di quartiere, per incentivare la raccolta differenziata (per esempio: bravi nell’ultimo mese i cittadini del quartiere X: hanno segnato il migliore progresso nella raccolta differenziata). E così via.

Insomma, serve (molto) un progetto a lungo termine, ma serve anche un programma dei primi 100 giorni. Mettiamoci al lavoro.

Luciano Butti

Leggi
Sulla Verona che vorrei VeronaPolis chiede un confronto (Giorgio Massignan)
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Luciano si è sempre occupato, per lavoro, dei rapporti fra leggi, scienza e ambiente. Insegna diritto internazionale dell'ambiente all'Università di Padova. Recentemente, ha svolto un lungo periodo di ricerca presso l'Università di Cambridge, dove ha studiato i problemi che avremo nel disciplinare per legge le applicazioni dell'intelligenza artificiale (in particolare, le auto elettriche a guida autonoma). Ama la bicicletta, le attività all'aria aperta e la meditazione. luciano.butti1@gmail.com

2 Comments

2 Comments

  1. Francesco premi

    25/02/2016 at 08:41

    Aggiungo un’idea a costi contenuti e ad alto impatto che si integrerebbe alla perfezione nel piano dei 100 giorni e alla c charge. Si tratta di attivare un servizio bus ad alta frequenza, max 10 min, di media dimensione, anche a metano inizialmente ma auspicabilmente elettrici, che chiudano – questi sì – l’anello attorno alla città, per permettere a chiunque usi le linee esistenti di spostarsi anche n maniera trasversale ad esse. Il tragitto è presto detto: mura magistrali a sud, Mameli Veronetta p.ta vescovo a nord. Con uno sforzo limitato e senza capex insormontabili si risponderebbe all’esigenza di tanti imbottigliati e si agevolerebbe l’applicazione della c charge.

  2. Carla Motta

    21/02/2016 at 17:47

    Viaggio molto e ho vissuto in diverse altre città italiane, e non ho mai visto una città più a “misura di auto” di Verona.
    La ZTL da sola, comunque sia regolata, non sposta il problema della cattiva abitudine della gente a spostarsi in auto sempre e per qualsiasi motivo.
    Il bike sharing non decolla, gestito con miopia da chi l’ha recluso alla sola zona del centro, e sul car sharing meglio stendere un velo pietoso, soprattutto se si paragona il suo sviluppo a due città del nord come Torino e Milano, che stanno vedendo una diminuzione delle immatricolazioni di nuove auto di gran lunga superiore alla media, grazie ad esso.
    Le piste ciclabili non sono una priorità dell’amministrazione e le giornate di blocco del traffico sono state lasciate abbandonate a se stesse, senza sfruttarle per mostrare alla gente che senza auto si può vivere stando ugualmente bene, se non meglio.
    Si può fare molto di più, per “concentrare in poche occasioni l’uso dell’auto privata in centro”.

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