È la Verona che vorrei anch’io, ma vorrei anche una città in cui gli amministratori quando si verificano opportunità simili si unissero ai loro concittadini e assieme a loro ascoltassero le proposte.
Ieri pomeriggio, rinunciando alle lusinghe di Verona in love, alla presentazione de La Verona che vorrei (amore anche questo) folla delle grandi occasioni, quelle da non perdere assolutamente.
Massignan e Ballestriero di Verona Polis hanno messo sotto gli occhi di tutti la Verona attuale (già compromessa) e quella che rischia di essere entro poco tempo grazie a scelte dissennate: ancora alloggi oltre i diecimila attualmente sfitti, parcheggi, torri, centri commerciali, megaresidenze a contatto con l’Adige.
A questa realtà drammatica hanno opposto la visione leggera e coinvolgente di una Verona in cui il verde, la mobilità sostenibile, le eccellenze artistiche e monumentali, gli itinerari storici e l’Adige si integrino armonicamente in un unico sistema che renda la città più vivibile restituendola alla sua identità originaria.
E’ la città che vorrei anch’io, ma vorrei anche una città in cui gli amministratori quando si presentano opportunità simili si unissero ai loro concittadini e assieme a loro ascoltassero le proposte.
Non è avvenuto; qualche consigliere comunale era tra il pubblico, ma non può bastare. La visione della città può cambiare solo se cambiano gli atteggiamenti e le disponibilità all’ascolto e al dialogo: non è più accettabile che le decisioni vengano prese lontano dai cittadini.
Molto lontano.
Gianni Falcone
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