Mancano i soldi e prende il via l’idea di un Traforo in tre tempi
E finalmente sul Traforo è arrivata la risposta di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Come scrive l’Arena del 16 dicembre, riportando il pensiero del presidente dell’ANAC, «Se le modifiche alla proposta iniziale di Technital sono sostanziali la gara va rifatta. Ma a giudicare e ad accertare se quelle modifiche sono sostanziali dev’essere esclusivamente il Comune di Verona». Temiamo che la Giunta consideri le modifiche apportate al progetto iniziale non sostanziali, confermando il Concessionario ed evitando così di riscuotere la fideiussione di 8 milioni firmata da Technital, capofila del Raggruppamento Temporaneo di Imprese costituito per realizzare il Traforo.
“L’Amministrazione intende riaprire la gara di project financing – si legge il 17 dicembre sullo stesso giornale – per costruire in due fasi (prima una galleria e poi l’altra) il Passante Nord, con galleria sotto le Torricelle, secondo la procedura originaria. […]. Si può procedere perché, nonostante le modifiche […] la natura dell’opera è immutata”.
Ma quali sono queste modifiche? Il Passante verrebbe costruito in tre fasi:
1) Carreggiata unica con due sensi di marcia, sia nel tunnel che nei due tratti rimanenti per raggiungere il casello di Verona Nord da una parte e lo svincolo di Poiano sulla tangenziale Est dall’altra, più un piccolo parcheggio scambiatore a Ca’ di Cozzi, questo nel tempo di tre anni;
2) Ponte sull’Adige, galleria sotto via Preare e raccordi vari con le strade statali, entro i successivi 9 anni, nel rispetto dell’equilibrio finanziario dell’Opera;
3) Seconda carreggiata su tutto il passante, tunnel incluso, più completamento parcheggio scambiatore, foresteria-ristorante, e questa fase potrebbe realizzarsi entro 12 anni dall’entrata in servizio delle prime due, con costi di transito maggiorati di quasi il 100% in galleria e del 25% sulle altre parti. Andrebbero persi anche i 53 milioni di euro, inizialmente promessi dall’Autostrada Serenissima, a motivo del fatto che un intervento in project financing non prevede esborsi pubblici di sostegno. E sarebbero perse oltretutto altre migliorie inizialmente concordate (due piste ciclabili e bretelle in Valpantena e Valpolicella). Per più di dodici anni avremmo un’autostrada ad una sola corsia, dato che il secondo tunnel non è previsto prima del 2034!
Ora, si possono ritenere tutte queste modifiche dei semplici aggiornamenti dei costi? Imposti soltanto dalla crisi economico-finanziaria del 2008, come la Giunta e Technital vogliono farci credere o non sono invece essenziali e sostanziali rispetto al progetto originario? Se queste varianti al progetto fossero state inizialmente disposte non avrebbero potuto scatenare un differente approccio alla gara da parte di altre ditte potenzialmente interessate, data la possibilità di spalmare costi e ricavi su un numero ben superiore di anni? Una strada a due corsie per almeno 12 anni è paragonabile ad un’autostrada a 4 corsie e due di emergenza come nel progetto messo a gara?
Secondo il capogruppo del PD Michele Bertucco, sarebbero stati gli stessi tecnici comunali a parlare, in una relazione tecnica inviata all’Authority, di modifiche sostanziali, prima ancora del Comitato antitraforo. Ora, anche volendo ammettere che i rischi intervenuti dopo la crisi del 2008 abbiano indotto il Concessionario a ritoccare i costi, come potrebbe il magistrato dell’ANAC, di fronte ad un ricorso per interventi molto diversi da quelli ipotizzati in partenza, avallare la tesi di modifiche non sostanziali? Pertanto, la Gara dovrebbe essere rifatta dall’inizio.
Tuttavia se la Giunta decidesse, come pare, di proseguire nell’attribuzione degli appalti, se ne assumerebbe la piena responsabilità, e non solo politica. In una fase temporale in cui cominciano a manifestarsi le prese di distanza di forze politiche sempre più in disaccordo con il progetto e si pubblicano sondaggi sul Traforo non particolarmente favorevoli (su l’Arena si sono espressi contro l’opera il 63% degli 11.472 cittadini partecipanti) l’Amministrazione dovrebbe a mio parere muoversi con maggiore circospezione e ascoltare i cittadini, quegli stessi che cinque anni fa, ai tempi del Referendum negato, non volle sentire.
Ricordo gli articoli a commento su l’Arena, e sul Corriere di Verona: nel primo, del 6 agosto 2010, il presidente del Tribunale di Verona Gianfranco Gilardi con un’ordinanza riconosceva il diritto dei cittadini ad esprimersi nel referendum sul Traforo delle Torricelle ed avanzava dubbi sulla “terzietà” della Commissione di esperti nominata dal Comune per valutare l’impatto dell’opera sulla salute dei cittadini; nel secondo, del 14 gennaio 2011, veniva presentata l’ordinanza del sindaco Flavio Tosi in base alla quale il referendum sul Traforo non sarebbe stato celebrato, sottovalutando il rispetto di elementari norme di democrazia e l’aggravio dei costi economici e sanitari che quella risposta avrebbe messo a carico dei cittadini.
Una risposta che si appoggiava su una relazione già allora apparsa a molti come incongruente per venire da una Commissione designata dall’Istituto Superiore della Sanità, e che appare oggi, a cinque anni di distanza, ancor meno fondata, dopo i riscontri dell’ARPAV e di Legambiente sulla qualità dell’aria a Verona e in Valpadana.
Alla fine una modifica servirà davvero al Traforo e sostanziale: non facciamolo più.
Marcello Toffalini

Marcello Toffalini è nato nel 1946 ed è cresciuto nella periferia di Verona tra scuola, parrocchia e lotte sociali. Ha partecipato ai moti universitari padovani e allo sviluppo delle Scuole popolari di Verona. Si è laureato in Fisica a Padova nel 1972 e si è sposato nel 1974 con rito non concordatario. Una vita da insegnante di Matematica e Fisica presso il Liceo Fracastoro, sempre attratto da problematiche sociali e scientifiche. In pensione dal 2008. Nonno felice di tre nipotini. Altri interessi: canta tra i Musici di Santa Cecilia. ml.toffalini@alice.it
