Ideata dall’architetto Rinaldo Olivieri era nata per essere itinerante ma non ha mai seguito questa sua vocazione
Dall’Arena tra poco spunterà di nuovo, come accade dalla prima volta nel dicembre 1984, la grande stella di acciaio, dipinta di bianco, ideata e disegnata dall’architetto Rinaldo Olivieri. Mi torna alla mente, allora, come nacque questa stella e perché.
Era settembre, o forse fine agosto, con Olivieri eravamo al bar della Bra dei Molinari, a parlare di tante cose e dei presepi che a breve si sarebbero dovuti allestire in Arena: dove trovare le opere (poi siamo andati a Dalmine dove c’è ancora uno dei più grandi musei del presepio, un altro è a Roma), come inventare un percorso, come attirare l’attenzione.
Olivieri prese il suo tovagliolo di carta e schizzò la stella: un gesto rapido che ho ancora in mente. Il giorno dopo fece il modellino in cartoncino e il fotografo Vincenzo Sergio lo fotografò per la copertina della prima edizione – rarissima – del catalogo.
Gli chiesi quanto doveva essere grande. «Come l’Arena» mi rispose. «E i soldi?» chiesi. «Li troviamo, sicuramente li troviamo». «E perché farla?» chiese chi era con noi. Silenzio, poi risposi: «Perché vada in giro per il mondo e faccia di Verona ogni Natale la città della pace. Magari il prossimo Natale si potrebbe portare a Gerusalemme». Olivieri mi guardò sorridente ed esclamò: «Certo, così deve essere, la mia stella deve essere il messaggio di pace e viaggiare nei cieli per la pace, come girava la stella dei re magi».
Invece la stella è rimasta sempre a Verona, come simbolo per Verona, come scrisse nel piccolo catalogo anche l’inventore (però non credo fosse felice e convinto di questa soluzione riduttiva del suo progetto originale). E se, invece, la facessimo viaggiare, magari fino a Parigi? Forse non quest’anno che la stella è già qui. Il prossimo anno: perché non farla arrivare a Parigi in Place de la Republique?
Francesco Butturini