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Dop, Igb, Doc… vademecum per ottenere la certificazione

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Uve poste ad essiccare sulle "arele" per ottenere il vino Amarone (Valpolicella)

DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) sono i principali strumenti giuridici mediante i quali viene tutelato il legame qualità-territorio in Europa. Si tratta di marchi di qualità, rilasciati dall’Unione Europea sulla base di un Regolamento e su proposta del ministero delle Politiche agricole e forestali italiano, a fronte di una verifica preliminare molto accurata e l’impegno di tutti i produttori interessati.

L’oggettività dovrebbe essere garantita proprio grazie ai requisiti richiesti per la registrazione di una DOP o IGP e alla presenza di un disciplinare di produzione (codice tecnico) che elenca gli elementi di qualità che devono essere presenti nel prodotto finale. La denominazione IGP si riferisce al nome di un prodotto di una regione, di un luogo determinato o di un paese, che venga utilizzato per indicare un prodotto originario di tale regione, del quale una determinata qualità o altre caratteristiche possono essere attribuite a tale origine geografica, la cui produzione o trasformazione o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.

La denominazione DOP si riferisce al nome di una regione, di un luogo determinato o di un paese, impiegato per indicare un prodotto originario di tale regione, le cui qualità o caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, la cui produzione, trasformazione o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.

Qual è la differenza fra le due? Nelle DOP il vincolo prodotto e territorio risulta più saldo (nelle DOP tutte le fasi di creazione del prodotto devono aver luogo entro l’area geografica di riferimento) rispetto a quanto accade per le IGP, per le quali basta che anche una sola caratteristica (anche la semplice reputazione del prodotto) o qualità sia legata all’origine geografica dell’alimento. Un tratto comune tra DOP e IGP invece è il fatto che debbano essere riferite ad un nome geografico.

Come registrare una DOP/IGP:
1. Preparazione della documentazione da parte dei produttori.
2. Invio documenti alla Regione e al Ministero per l’istruttoria – Periodo di integrazione ed eventuali modifiche delle documentazione.
3. Pubblica audizione indetta dal ministero con la Regione – Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Nazionale.
4. Notifica alla Commissione della domanda e del Documento Unico.
5. Verifica e eventuali richieste di chiarimenti.
6. Traduzione e pubblicazione della domanda sulla GUCE oppure Non pubblicazione (eventuale procedura d’opposizione).
7. Pubblicazione del regolmento che registra la DOP e IGP.

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Vi sono poi le STG (Specialità tradizionali garantite), che vengono riconosciute dopo un percorso simile a quello per il riconoscimento di una DOP e IGP e vengono tutelate dall’Unione Europea in ragione delle loro peculiarità legate non alla zona di origine, ma al metodo tradizionale di produzione o alla ricetta riconosciuta. Le uniche due STG in Italia sono la pizza napoletana e la mozzarella.

Quali sono quindi i prodotti tipici di Verona in particolare? Monte Veronese DOP, Grana Padano DOP, Riso Vialone Nano IGP, Il Marrone di San Zeno DOP, l’Olio del Garda DOP sono solo alcuni tra i moltissimi altri prodotti che caratterizzano la nostra cultura e tradizione culinaria. A fianco dei prodotti agroalimentari, troviamo il settore enologico, ricchissimo anch’esso, basta pensare che il Veneto non solo è la prima regione per vini certificati con denominazione protetta, ma addirittura, da solo, certifica un terzo della quota nazionale. Anche per questo settore i Regolamenti CE n. 479/2008 e 1234/2007 hanno introdotto la protezione comunitaria dei vini come DOP e IGP, ma ormai i consumatori si erano abituati ai termini della legislazione europea precedente (DOCG, DOC, IGT), pertanto il governo italiano, per il settore dei vini, ha deciso di mantenere queste definizioni, che oggi non sono più denominazioni di origine ma semplici menzioni di qualità (diventando una sorta di “sottocategoria” di DOP e IGP). Il decreto legislativo 81/2010 ha infatti stabilito che i vini DOP sono classificati in:
1. DOCG (denominazione di origine controllata e garantita);
2. DOC (denominazione di origine controllata).
I vini IGP comprendono invece le IGT (indicazione geografica tipica).

Il Veneto è una delle prime regioni italiane in termini sia di superficie vitata che di produzione vinicola. Nel Veneto sono 52 i vini con queste certificazioni: 14 DOCG, 28 DOC e 10 IGT. Di questi 14 DOCG, 5 sono a Verona dove abbiamo l’Amarone della Valpolicella DOCG (creata nel 2010, la DOC esiste dal 1968), Bardolino Superiore DOCG (creata nel 2001, la DOC esiste dal 1968), Recioto della Valpolicella DOCG (creata nel 2010, la DOC esiste dal 1968), Recioto di Soave DOCG (creata nel 1998, la DOC esiste dal 1968) e Soave Superiore DOCG (creata nel 2001, la DOC esiste dal 1968).

Mariagrazia Semprebon

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