Franco Maccari, Segretario generale del Coisp (Sindacato Indipendente di Polizia), lancia l’ennesimo allarme in merito alle problematiche legate all’immigrazione
In riferimento alla criticità della situazione segnalata dal sindacato di Polizia Silp-Cgil alla Stazione ferroviaria Verona Porta Nuova divenuta, per la la presenza di un notevole numero di migranti diretti verso l’Europa del Nord, un luogo di frontiera più che di transito, il Sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha scritto al Dirigente della Polfer veronese. «Vista la pesante situazione di emergenza evidenziata dagli agenti Polfer in servizio a Verona Porta Nuova, al fine di prevenire ulteriori e più importanti problemi di ordine pubblico, che potrebbero arrivare a mettere a rischio l’incolumità degli utenti della Stazione, oltreché quella degli stessi agenti, le chiedo se non sia il caso di lasciare salire sui convogli i profughi che desiderano raggiungere gli Stati del Nord Europa, limitando i controlli al minimo indispensabile. Sono convinto, inoltre, che l’unica soluzione al momento praticabile, per evitare che ricada sul nostro Paese tutto il peso dell’ondata migratoria dall’Africa verso l’Europa, sia quella di concedere a tutti i migranti che arrivano in Italia un permesso umanitario temporaneo. Pertanto, poiché anche chi arriva a Verona ha la sua meta oltre le Alpi, non è assolutamente irragionevole adottare comportamenti utili ad agevolare la libera circolazione dei profughi in Europa, nell’interesse del nostro Paese, oltre che della nostra città».
Anche Franco Maccari, Segretario generale del Coisp (Sindacato Indipendente di Polizia) interviene in merito alle problematiche legate all’immigrazione e, in particolare, sulla situazione in ambito ferroviario: «Dall’inizio dell’anno – spiega Maccari – sulla direttrice Bolzano-Brennero sono transitati approssimativamente 60.000 immigrati diretti in quelle zone che sono il varco per raggiungere le mete finali in Europa. Gli arrivi a Verona sono sull’ordine del centinaio al giorno. In regioni come il Veneto – spiega Maccari – ai colleghi viene chiesto di intensificare i controlli in stazione e sui treni, per impedire ai clandestini di salire sui convogli diretti al Brennero onde evitare di peggiorare la già congestionata situazione delle zone a ridosso del confine italo-austriaco. Ma a fare questo, assieme ovviamente a tutto il lavoro ordinario, dovrebbe essere una pattuglia di sole quattro persone».
«Nelle stazioni ferroviarie maggiormente interessate dal problema e sugli stessi convogli – insiste Maccari – i colleghi non possono (pur se dovrebbero per espresse disposizioni) girare bardati con guanti in lattice e mascherine. Non hanno strumenti per fronteggiare il rifiuto di scendere che sempre più spesso è la risposta che ricevono dagli immigrati. Mancano protocolli operativi che dicano cosa fare e quando. Fermare l’accesso ai treni di immigrati, senza nemmeno le transenne o le zone di rispetto significa inevitabilmente che qualcuno si farà male o, nella migliore delle ipotesi, che i colleghi vengano tacciati di razzismo. Non osiamo descrivere le conseguenze di eventuali resistenze violente».
«L’unica soluzione – conclude il Segretario Generale del Coisp – è che si passi dai proclami ai fatti e che ufficialmente si arrivi a considerare anche Bolzano, Brennero, e regioni in prossimità dei confini, come parte integrante del sistema faticosamente messo in piedi e retto con sforzi titanici a Lampedusa e simili, mettendo in particolar modo a disposizione della Polizia di Stato i mezzi per l’acquisto di ogni strumento utile alla salvaguardia del personale».