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Arena, dalla crisi si esce se si ripensa l’offerta

Arena di Verona

Quale strategia adottare per promuovere la lirica e la città? Alcune idee che potrebbero fare la differenza

Il sindaco Tosi, presidente della Fondazione Arena, in un incontro con i sindacati provinciali ha confermato, da una parte, la necessità per l’ente di operare 4 milioni di tagli tramite una riduzione dei costi e, dall’altra, l’erogazione del contributo straordinario di 4 milioni all’ente da parte del Comune e di alcuni investitori privati (se Agsm si può considerare tale) utile a garantire la gestione ordinaria ed a ripianare i debiti pregressi anche a seguito del deficit “monstre” di bilancio 2014 di 6,2 milioni di euro.

Volendo pur tralasciare le immediate preoccupazioni che destano a livello occupazionale questi ultimi dati, appare evidente che il cuore del problema resti quello della mancanza di un piano industriale/gestionale con una progettualità che vada oltre la prossima stagione elettorale. D’altra parte la conferma in carica dell’attuale soprintendente è una chiaro segnale dell’immobilismo in cui si è impantanata la gestione dell’ente operistico.

A sottolineare il bisogno di un cambio di strategia repentino nell’offerta culturale dell’estate veronese concorrono anche i primi dati sulle presenze in Arena per gli spettacoli del Festival Lirico durante il mese di luglio, forniti da tour operator ed agenzie (in primis HPT rivenditore ufficiale dell’Arena). Nonostante il tempo favorevole, la percentuale di biglietti invenduti fluttua tristemente dal 50% al 70% con poche eccezioni rappresentate da Nabucco, Aida ed alcune serate evento.

Anche l’obiettivo conservativo di 2.000-3.000 biglietti posto come target per ogni serata dalla Fondazione non sempre viene raggiunto. L’inizio di agosto sembra ancora confermare un trend discendente con invenduti tra il 50% e 60% anche per opere come Tosca e Nabucco.

Ad una prima analisi le cause di questa parabola discendente delle Festival Lirico sembrano molteplici: tra queste la difficoltà dei tour operator a portare i turisti melomani (spesso di età avanzata) in centro città, la scarsa qualità di alcune serate, gli elevati prezzi dei biglietti per i tempi di crisi e probabilmente un mutamento della composizione dei flussi turistici della città.

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Se una volta la maggior parte dei turisti veniva da paesi europei con una certa tradizione operistica, ora i nuovi vacanzieri provenienti da paesi extraeuropei o dell’est europa o semplicemente le nuove generazioni di turisti, forse non sono altrettanto sensibili a questo tipo di offerta.

Urge quindi ripensare e rimodulare l’offerta turistico/culturale complessiva della città di Verona, Arena e non solo, partendo dalla reale analisi dei flussi di provenienza turistica e della loro domanda ed elaborando una strategia di marketing turistico per gli anni a venire innovativa e soprattutto che investa sulla qualità più che sulla quantità.

Il Comune dovrebbe intervenire privilegiando il turismo consapevole rispetto al turismo mordi e fuggi e dovrebbe supportare gli eventi diffusi in diversi luoghi della città (si pensi all’Arsenale o ai diversi forti di cui dispone Verona) ed incentivare la crescita di offerta culturale/commerciale innovativa mentre la stagione operistica all’Arena, il cui appeal presso gli investitori/sponsor privati è decisamente elevato a livello mondiale, dovrebbe chiedere un maggior contributo ai privati che ne beneficiano limitando magari il numero delle serate a quelle di sicuro richiamo.

Ad oggi non c’è sicuramente chiarezza sulle strategie del Comune in materia ma le ultime notizie sulla concessione dell’Anfiteatro a titolo gratuito a spettacoli non certo di livello per puro scopo promozionale non fa ben sperare.

Tenendo conto che le politiche turistico/culturali dovrebbero essere fatte anche dall’Assessore alla Cultura, che a Verona non è stato ancora rinominato, viene spontaneo pensare che ognuno semplicemente coltivi il suo piccolo orticello…più o meno verde…

Martino Franceschi

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Written By

Martino Franceschi nasce nel 1972 a Valdagno (Vicenza). Dopo la maturità classica, nel 1988, si laurea in Economia e Commercio e, dopo diverse e disparate esperienze professionali si trasferisce definitivamente a Verona dove lavora come Export Area Manager di una nota azienda nel settore dei marmi. Praticante di sport (mtb, nuoto, sci, montagna), di buone letture e cinema, per tradizione familiare e per formazione culturale si interessa ai temi politici-economici. martino.franceschi@teletu.it

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