Scrive Götz Hamann sul Die Zeit, che i mezzi di informazione dovrebbero essere dalla parte dei cittadini e della democrazia in generale, «un quarto potere che controlla in modo più o meno attendibile i tre poteri dello Stato (il governo, il parlamento, la giustizia) e, nonostante tutti i suoi errori, gode della fiducia delle persone». L’articolo, critico nei confronti dei media tedeschi, è stato tradotto da Internazionale e ha come titolo “Notizie da non credere”.
In Italia questo modello di giornalismo di derivazione anglosassone è stato disatteso prima dalle veline dell’informazione di stato, poi da Berlusconi, simbolo di un gigantesco e diffuso conflitto di interessi. In questo humus, mettere in piedi un’alternativa credibile risulta un percorso lungo e difficile perché non si tratta solo di recuperare la fiducia dei lettori, come spesso si dice, ma di costruire con loro un rapporto di reciproca responsabilità sui temi della cultura e dell’informazione.
Nostro compito è quello di creare le condizioni per poter svolgere un lavoro professionale e trovare i mezzi per sostenerlo con adeguate risorse economiche. Compito dei lettori è quello di farci sentire che questo sforzo è richiesto e può quindi avere un mercato.
Una testata indipendente, senza pregiudizi ideologici, un chiaro progetto editoriale e un po’ di ambizione possono aiutare per avvicinarsi alla meta, soprattutto in presenza di scenari che per effetto della crisi e delle nuove tecnologie mutano in continuazione, creando preoccupazioni ma anche opportunità. Infatti, se oggi Verona In non può assumere giornalisti è altrettanto vero che neppure altri lo fanno. E se questi editori, considerati “importanti”, non investono e vivono un conflitto di interessi non più accettabile, per quale ragione un giovane freelance dovrebbe preferire situazioni così stagnanti a realtà più aperte come la nostra?
Nel 2008 Verona In inaugurò la stagione delle inchieste con alcuni giovani giornalisti retribuiti per un lavoro di eccellenza, in una città dove, quando si mette mano alla zappa e alla penna, emerge sempre qualche reperto ingombrante. Questo genere di attività, seguito con interesse anche da alcuni media nazionali, ieri a qualcuno poteva sembrare di ostacolo per altri percorsi, ma oggi, che il problema neppure si pone, perché non tornare ad investire in collaborazioni di questo tipo? E’ un invito a contattarci.
Per quanto riguarda il restyling del sito, realizzato durante l’estate, non ci saranno più intoppi nella navigazione con smartphone e tablet. Il lavoro sul template è stato curato con grande impegno, ma durante la prova sul campo qualche problema potrebbe emergere e le vostre segnalazioni saranno importanti per rimediare.
Un ringraziamento va infine ai collaboratori di Verona In per le competenze e i saperi che mettono con grande generosità a disposizione del giornale e della città. Un bel gruppo che speriamo di incrementare, anche con la presenza di quei giornalisti, liberi da vincoli di dipendenza, che forti della loro esperienza oggi potrebbero trovare gratificante offrire il loro prezioso contributo a un giornale dove è possibile scrivere ciò che si pensa.
G.M.

È diventato giornalista nel 1988 dopo aver lavorato come operatore in una comunità terapeutica del CeIS (Centro Italiano di Solidarietà). Corrispondente da Negrar del giornale l'Arena, nel 1984 viene assunto a Verona Fedele come redattore. Nel 1997, dopo un periodo di formazione in editoria elettronica alla Scuola grafica salesiana, inizia l'attività in proprio con uno Studio editoriale. Nel 2003 dà vita al giornale Verona In e nel 2017 al magazine Opera Arena Magazine (chiuso nel 2020). Dal 2008 conduce il corso "Come si fa un giornale" in alcuni istituti della Scuola media superiore di Verona. giorgio.montolli@inwind.it
