Creatività e realtà attraverso l’occhio di una telecamera
Una piccola perla questo San Gio, il festival dei corti che si è tenuto dal 23 al 27 luglio a Verona, che ha premiato come miglior film L’ile noire di Nino Christene (Svizzera, 2014) e che a 21 anni dalla nascita si rivela ancora una volta una grande opportunità internazionale, con la presenza di corti e lunghi di diversa natura e differenti culture. Uno sguardo sul mondo, quindi, a 360 gradi che si esprime tra la ex chiesetta di Santa Maria in Chiavica e il cortile del Tribunale, nel cuore storico e artistico di Verona, un grande schermo all’aperto per un cinema a volte non sempre facile e scontato ma unico nel suo genere proprio perché esce dagli schemi di una certa provincialità e apre, con criticità ma con coraggio, a immagini che parlano linguaggi particolari e a volte sperimentali.
E allora in una città ricca di proposte anche cinematografiche spiccano i pochi Festival, tra i quali quello del Cinema Africano e questo San Giò, che dovrebbero avere una rilevanza maggiore nel panorama culturale di Verona e garantire la possibilità di un inserimento in una ricerca interessante nel mondo della settima arte. Questo senza nulla togliere a eventi e manifestazioni di cinema che sono presenti ma, dalla conclusione del Festival Schermi d’Amore che aveva un peso notevole nel panorama nazionale, mancano scelte più incisive e coraggiose che portino nuova linfa artistica nel terreno veronese.
Un esempio potrebbe essere il neonato Festival della Bellezza che, nell’edizione 2015, ha dedicato uno spazio interessante al cinema con la presenza di registi e attori di grande livello.
Il San Giò riempie uno spazio specifico e stimolante, con scelte che possono essere anche opinabili ma sicuramente innovative, con l’occhio puntato al mondo al di fuor delle mura di Verona e alla ricerca di ciò che gira nell’etere, nelle menti e nello spirito di coloro, e sono tanti, che guardano alla realtà attuale o passata con una telecamera, piccola o grande che sia.
E poi lo spirito del San Giò è vedere, capire e confrontarsi insieme, vivere insieme 4 giorni con momenti di di partecipazione attiva, scambiandosi le idee anche grazie all’ospitalità delle migliori qualità del nostro territorio: cibo e vino. Lavorare in giuria è sempre un ‘esperienza che lascia il segno, si lascia qualcosa e si impara moltissimo, anche per la scelta dei giurati, in gran parte addetti al lavoro.
Cristiana Albertini
I premi del San Gio Verona Video Festival 2015
