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Il maxiemendamento del Senato snatura il DDL Scuola

L'aula del Senato della Repubblica, a Palazzo Madama
L'aula del Senato della Repubblica, a Palazzo Madama

Io credo che quegli onorevoli che nella varie interviste affermavano che il maxiemendamento sulla Buona Scuola non ha cambiato nulla se non qualche virgola del DDL, non abbiano letto nessuno dei due testi e, come tanti sindacalisti e contestatori (che si rivedranno a settembre perché, evidentemente, dopo tante manifestazioni e tanti scioperi devono riposarsi anche loro i due sacrosanti mesi dei vacanza dei docenti) si oppongono e dicono di no a prescindere.

Il maxiemendamento approvato al senato (e sarà più facilmente approvato alla Camera), composto di 209 commi stilati in perfetto burocratese, non solo non cambia se non qualche virgola, ma, a mio avviso, annacqua abbondantemente il testo di riferimento.

Infatti i punti salienti che riguardano il preside sono del tutto scomparsi: il preside ora (commi 77-85) definisce e propone e tocca al collegio docenti elaborare e al consiglio di istituto approvare il piano triennale delle attività didattiche. Propone le assegnazioni di cattedra che il docente può accettare come non accettare. Rimane responsabile di tutto, senza avere la possibilità di dirigere, nel rispetto del confronto e del dialogo: può solo di fatto accompagnare l’azione dei colleghi. È’ ancora, insomma, un primus inter pares.

Continuo a pensare che ai sindacalisti seri (sono sicuro esitano anche nel mondo scolastico) andava molto meglio un preside manager, perché era chiaro con chi dovevano trattare, concordare, concludere accordi.

Scomparsa completamente ogni vera autonomia didattica, anche se si fa per due volte riferimento alla legge 15 marzo 1997 n. 59 (è la famosa Bassanini sull’autonomia delle istituzioni scolastiche) e al DPR 8 marzo 1999 n. 275: la carta costituzionale dell’autonomia scolastica. Ma l’autonomia si verifica nella ricerca autonoma, mentre adesso tutto, alla fine, viene deciso a livello regionale o provinciale (con la benedizione finale del ministero), perché, quando ripetutamente si afferma che i nuovi percorsi e l’applicazione delle quote di autonomia disciplinare (fino al 20%) non possono comportare oneri aggiuntivi (significa posti aggiuntivi), equivale a confermare quanto già avviene dal 2001.

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Di nuovo: rimangono l’obbligo di formazione in servizio e l’aggiornamento – non più diritto dovere, come nell’attuale contratto, ma dovere – la valutazione dei docenti e la valutazione dei dirigenti.

Per i docenti rispunta l’attuale comitato di valutazione per la conferma in ruolo dopo l’anno di prova, e per le altre valutazioni viene indicato un comitato formato da tre docenti un genitori e uno studente (per le superiori; due genitori per scuole elementari e medie)e un esperto esterno. Presieduto dal preside che non mi sembra abbia particolari poteri.

La presenza di tre docenti sarà appannaggio dei sindacati con quanto ne consegue.

Per lo studente: staremo a vedere se la sua scelta sarà definita in maniera sufficientemente seria: ad esempio solo studenti con alte medie scolastiche (non bisognosi, quindi, e non rancorosi). E per il genitore?

Per la verifica del dirigente, andando oltre l’ambiguità del testo, credo si faccia riferimento al corpo dei dirigenti tecnici (gli ispettori, per intenderci) che comprende circa 200 persone, le quali, quindi, oltre ai normali compiti di vigilanza (assai gravosi e complessi) dovrebbero essere in grado di valutare oltre 10 mila dirigenti. In alcune regioni i dirigenti tecnici sono in numero ridottissimo: come faranno?

C’è una via d’uscita, un possibile percorso di recupero: i commi 177, 178, 179 che attribuiscono al governo il potere di delega entro diciotto mesi dall’approvazione della legge. Una delega ampia, particolareggiata che, speriamo, potrebbe permettere un recupero delle novità dell’originario DDL sulla Buona Scuola.

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Non c’è che sperare che questo governo duri diciotto mesi e che gli addetti ai lavori non abbiano più le paure e le timidezze che hanno condotto a questo maxiemendamento, così politichese, così concordatario!

Francesco Butturini

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5 Comments

5 Comments

  1. PAOLA LORENZETTI

    29/06/2015 at 10:51

    La scuola italiana, da tantissimi anni, figura fra le prime del mondo, soprattutto riguardo alla materna ed alla primaria, con una importante flessione da quando i ministri Moratti e Gelmini hanno voluto far sentire la loro pesante impronta con modifiche peggiorative ed inopportune. Lo stesso accadrà per questa riforma, che è stata ampiamente illustrata solo nelle sue parti positive (o apparentemente tali) con dovizia di slides, lavagnette e matitoni. Ma con buona pace di chi vorrebbe che si ritornasse ad un clima ottocentesco un passo indietro del genere non si può fare, è la collegialità la qualità principale della scuola italiana e difatti i gradi di scuola dove si verifica meno sono i più carenti. Se invece di cercare di mettere il coperchio a quei terribili docenti che cercano di insegnare a pensare in modo originale e critico ai loro studenti ci si fosse limitati a poche modifiche necessarie sarebbe stato meglio. Ma qui il tentativo evidente è quello di mettere le briglie a un gruppo di lavoratori. Sono curiosa di sapere che cosa si dirà quando salteranno fuori anche le parti negative del ddl; per esempio la possibilità da parte del dirigente scolastico di mettere su una cattedra (es, di greco) un docente anche di matematica, qualora fosse abilitato. Oppure quando per fare classi più piccole, senza poterne creare di nuove, si manderanno gli alunni nella prima classe del circondario che non ha tanti bambini. Anche perchè nel vostro sforzo di appiattimento voi dimenticate sempre alcune leggi, per esempio quelle sulla sicurezza, che assegnano ad ogni alunno un tot di spazio nella classe di appartenenza: regola che QUASI MAI viene assolta, provocando gravi difficoltà ad uscire dalle aule in caso di pericolo. Genitori, leggete tutto il testo del ddl e non solo le slide che vi propinano i suoi sostenitori. E’ così facile, per chi fa una cosa, metterne in luce soltanto i lati positivi…. E… P.S. una volta il dirigente si chiamava Direttore Didattico, aveva perciò molte competenze nella didattica e in pedagogia e sapeva dare consigli molto utili alle insegnanti che avevano dei problemi. ora è solo un Dirigente Scolastico che manda avanti l’azienda scuola e in molti casi le competenze didattiche… chi le ha viste?

    • FRANCESCO BUTTURINI

      29/06/2015 at 17:19

      Paola Lorenzetti sa che esistono anche le scuole secondarie di secondo grado che si concludono con un esame di Stato che apre al lavoro e/o all’università?

      • PAOLA LORENZETTI

        29/06/2015 at 18:42

        Direi di sì, visto che ci ho mandato miei figli.

        • FRANCESCO BUTTURINI

          29/06/2015 at 23:51

          allora, perché non si è accorta che il DDL sulla Buona Scuola non esiste più, perché lo ha sostituito il maxiemendamento n. 1934 composto di un solo articolo diviso in 2009? vale la pena leggerlo: sia per trovarne i difetti, come ho fatto io, che i pregi come non mi sembra riesca a trovare Lorenzetti in tutto quello che questo governo fa!

          • PAOLA LORENZETTI

            30/06/2015 at 11:13

            Sinceramente non riesco a connettere le sue due risposte. Sia sicuro che per quanto mi riguarda i passaggi sono ben chiari a chi si sta occupando della scuola, e se si affermano alcune cose è perchè si sono lette molto bene. Mi fa piacere che lei abbia chiarito anche un’altra cosa, che evidentemente lei si sente in dovere di opporsi a ciò che dico perchè non condividiamo la medesima scelta politica. Qui si parla di scuola e il buttar lì che io non trovo mai pregi in quello che questo governo fa mi sembra fuori luogo, per non dire qualcosa di peggio. Comunque noto che fra una cosa e l’altra lei non ha chiarito i dubbi che ponevo nel mio intervento.

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