Dario Fo, accompagnato da Gianmarco Mazzi e Francesco Girondini, giovedì 21 maggio ha presentato a Palazzo Forti la sua mostra su Maria Callas raccontando perché ha voluto dipingere, in una sorta di percorso temporale, tutta la vita della cantante lirica.
Fo da giovane ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, ma la vita gli ha riservato un’altra strada, certamente fruttuosa dato che il binomio Fo-Rame ha prodotto talmente tanto teatro da riempire due vite.
La pittura quindi come un “sussulto di follia”, un raptus creativo che ha spinto l’artista a dipingere moltissime opere ed ora a recuperare una passione da sempre coltivata: quella delle opere liriche e della Callas in particolare.
Tutto questo lavoro artistico e pittorico per raccontare una Callas sconosciuta e dimenticata, perchè «merita fino in fondo che Callas sia riconosciuta e riscoperta, per ridare una visione onesta e corretta della sua vita», ripartire dalla piccola Callas per ritrovare l’orgoglio culturale della Grecia delle sue origini e cercare così di comprendere meglio la sua storia, la sua dote, la sua incredibile ed eterna voce.
I quadri e le opere di Fo sono forti e passionali, i suoi colori e lo stile deciso riprendono dall’espressionismo ma anche dalla metafisica.
Una scoperta, la capacità pittorica, che Fo stesso descrive nel giro alla mostra, dove la vita della Callas emerge prorompente in ogni quadro raccontato in diretta dal grande affabulatore. Fascino, memoria e storia si mescolano in un puzzle di colori fortiì.
Stupisce questa nuova veste artistica che si fa strada proprio a Verona, città simbolo della lirica e della Callas e, a quanto pare, sede di una strana e rinnovata collaborazione tra Dario Fo, la Fondazione Arena e Arena Extra.
Cristiana Albertini