Nella scuola si sono inventate forme di protesta che hanno lo scopo di bloccarne il funzionamento mantenendo integro lo stipendio
Con la legge 146 del 12 giugno 1990 si sono stabilite norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali – che possono essere considerati, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, «quelli volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla vita, alla salute, alla libertà ed alla sicurezza, alla libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, all’istruzione ed alla libertà di comunicazione» –, le quali comprendono le regole sulle modalità e i tempi dello sciopero sanzionando eventuali violazioni. In alcuni servizi di interesse pubblico lo sciopero può essere annullato di fatto tramite la precettazione da parte delle autorità di pubblica… Lo sciopero è un’astensione collettiva dal lavoro da parte di lavoratori subordinati.
Parto da queste indicazioni generali, commento dello Statuto dei Lavoratori del 1970, per una riflessione sul minacciato blocco degli scrutini contro il DDL sulla Buona Scuola. Lo faccio per non uscire dal seminato e non dare l’impressione che io sia contro le manifestazioni sindacali, quando sono corrette e secondo quanto è indicato dall’art. 40 della nostra Costituzione e dalle leggi, appunto, che lo hanno concretizzato.
Forse non tutti sanno come funziona ed ha funzionato il blocco degli scrutini. Bisogna partire dal ricordare che il consiglio di classe o di interclasse in sede di scrutinio è collegio perfetto, che significa che è deliberante solo se sono presenti tutti coloro che lo compongono ed è presieduto dal dirigente o da un suo delegato, a ciò preposto con specifico decreto dirigenziale.
Quindi anche se manca un solo componente, il collegio perfetto non può deliberare e sono quindi bloccate le sue funzioni. A meno che chi manca lo sia per malattia o altro legittimo impedimento, nel qual caso deve essere sostituito con decreto dirigenziale. Ecco quindi che per bloccare uno scrutinio è sufficiente che manchi un solo docente o che il preside non lo presieda e non ci sia comunque un presidente. Allora bisogna chiedersi: può un singolo democraticamente bloccare tutti gli altri?
Mi si dirà: tutti gli altri sono d’accordo con lui e sanno che lo scrutinio non si farà, e sono d’accordo che non si faccia perché c’è un’assenza per sciopero. Però io mi chiedo e vi chiedo: ma lo sciopero non è astensione collettiva – come ho ricordato sopra – e non interruzione di un servizio da parte di uno solo?
Un’altra notizia: la fantasia sindacale ha inventato gli scioperi generali, gli scioperi brevi, gli scioperi corti. Nella scuola, poi, la fantasia si è scatenata e negli anni ’90 siamo giunti allo sciopero della prima ora e a quello dell’ultima ora; lo sciopero della firma e lo sciopero della compilazione dei registri, lo sciopero con l’astensione dalle interrogazioni o dalle correzioni degli elaborati. E dimentico sicuramente qualche altra trovata, tutte nate per un solo motivo: non pagare di tasca propria le ritenute sullo stipendio per lo sciopero.
Infatti, mentre è possibile – e obbligatorio – operare una trattenuta per gli scioperi, chiamiamoli così, normali, di una giornata o di un’ora o qualche ora, non è possibile applicare la trattenuta per il blocco, perché quell’assenza è inferiore alla mezz’ora, tempo sufficiente per mandare all’aria un calendario scrutini sempre così complicato e stretto, perché spesso, troppo spesso, uno stesso docente può insegnare anche i tre istituti differenti ed avere sempre e comunque più classi (i docenti di Educazione fisica, ad esempio e quelli di Religione cattolica con cattedra hanno 9 classi) e nemmeno il computer è in grado di programmare un quadro scrutini che non costringa tutti a giornate intere, magari per soli due o tre scrutini. Per le trovate, le interrogazioni, gli elaborati non se ne parla. Non c’è trattenuta.
Domanda: vi sembrano scioperi? Democratiche dimostrazioni di dissenso?
Io resto convinto che la Democrazia sia una cosa seria, troppo seria per finire così male! E continuo a credere che coloro non sono d’accordo con il DDL sulla Buona Scuola hanno il sacrosanto diritto di infilare una settimana di sciopero generale, proprio quando i dirigenti dovrebbero dare inizio agli scrutini.
Costa troppo?
Francesco Butturini