Credo non si possa visitare l’Expo senza aver visitato, prima o dopo (però attenti al dopo: la mostra di cui scrivo chiude il 19 luglio) a palazzo Reale di Milano Leonardo. 1452-1519. Il disegno del mondo, prodotta da Skira, editore del voluminoso – oltre 600 pp. – catalogo (euro 49 in mostra, euro 69 in libreria) e dal comune di Milano: una mostra mozzafiato e non solo perché Leonardo lascia sempre con il cuore in gola e gli occhi lucidi per l’emozione.
È una mostra ricchissima, incredibilmente ricca, che riscatta le tante omissioni e modestie (a volte sciatterie) di questi ultimi anni di Milano e Palazzo Reale.
Curata dai due specialisti internazionali di Leonardo, Pietro C. Marani (del politecnico di Milano) e Maria Teresa Fiorio (professore a contratto dell’Università agli Studi di Milano), con la collaborazione di quindici fra ricercatori, esperti e studiosi, troverete in mostra oltre cento disegni di Leonardo, codici e incunaboli provenienti dalle più importanti raccolte mondiali e quattro dipinti: Madonna di Dreyfus della National Gallery of Art di Washincton, e tre dal Louvre: la Belle Ferronière, l’Annunciazione e San Giovanni Battista. Completano sessanta fogli, trenta dal Codice Atlantico e trenta dalle Collezioni Reali Inglesi.
Sono dodici sezioni (ampiamente documentate nel catalogo): Il disegno come fondamento; Natura e scienza nella pittura; Il paragone nelle arti; Il paragone con gli antichi; Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo (affidata a Marani che ignora completamente uno dei più importanti studiosi dell’argomento: Flavio Caroli autore, fra gli altri libri, del volume Storia della Fisiognomica – Arte e psicologia da Leonardo a Freud A. Mondadori 1995); Invenzione e meccanica; Il sogno; Realtà e utopia; L’unità del sapere; De coelo e mundo; Immagini del divino; I leonardeschi: la diffusione dei modelli di Leonardo e del Trattato della Pittura; Il mito di Leonardo.
Vi propongo solo una delle infinite riflessioni da questa mostra: il ritratto La Belle Ferronière: dalla profonda penombra alle spalle della donna, il suo sguardo ti ammalia: la Belle ti guarda e ti interroga nella sua bellezza vellutata e ti chiede: mi guardi? Mi vedi? Vengo da lontano, dal tempo remoto di storie disperse nei dubbi delle spine del tempo. Sono Lucrezia Crivelli?
Una domanda che ogni disegno, ogni foglio ti porrà per l’incredibile modernità senza tempo di questo genio universale!
Francesco Butturini
SOLARI ERNESTO
08/06/2015 at 18:12
LA MOSTRA SU LEONARDO A PALAZZO REALE…UNA VERA DELUSIONE
….PER NOI LARIANI ?
La mostra su Leonardo, tanto decantata come la più grande mostra mai fatta in Italia sul Vinciano è stata proprio una gran delusione.
L’unica cosa utile e ben fatta è il catalogo nel quale sono presenti molte opere che in mostra non troviamo e vi si decanta una verità più scientifica.
La mostra ha un allestimento vecchio, serioso che non attrae certamente i giovani o i non addetti ai lavori. Gli studenti e le scolaresche rischiano di addormentarsi se non trovano una guida sufficientemente dinamica e che sappia recitare bene la vita e gli aneddoti leonardeschi; come d’altra parte è stato fatto sulle audio guide dove si narra, in modo superficiale, la storia delle opere più che le caratteristiche delle stesse. Non parliamo poi dell’apparato didascalico che è povero e pieno di lacune; basti guardare i disegni: non ve ne è uno in cui sia riportato il numero o la sigla di riferimento del foglio di provenienza, nè se sia esso il recto o il verso.
E’ una mostra che intende mostrare le abilità grafiche del Vinciano e la sua ricerca tecnico scientifica ma di fatto risulta essere incompleta anche sotto questo punto di vista.
Ma la cosa più grave, a mio parere, è che questa mostra distrugge tutta quella scuola leonardesca lombarda che viene qui pressochè ignorata, o mal citata, limitandosi a mostrare soltanto pochissime opere di qualche suo allievo più diretto e forse anche le più brutte o meno significative. Che peccato, un’occasione come l’Expo poteva offrire un arricchimento su Leonardo e la sua scuola per valorizzare maggiormente il territorio.
Il Prof. Marani, nella sua presentazione, a proposito degli unici due disegni di paesaggio presenti in mostra, il primo del 1473 e l’ultimo del diluvio del 1517/18, si limita a farci notare il radicale cambiamento di Leonardo nei confronti della natura nei 50 anni che separano i due disegni.
La mostra è priva dei disegni e degli studi sul paesaggio che hanno ispirato opere di grande rilevanza come la Vergine delle rocce, la Sant’Anna, la Gioconda, la Madonna dei fusi, ecc…
Non ne è presente neppure uno, perché? Dove sono gli studi delle nostre rocce, delle nostre montagne, del Resegone o delle Grigne?
Si è voluto azzerare quella parte veramente importante di Leonardo che lo legava al nostro territorio, perché?
Si è voluto con questa mostra, esaltare soltanto la milanesità di Leonardo appiattendo ogni riferimento col territorio, ignorando anche tutto il contorno di opere straordinarie della sua scuola che esistono nelle nostre province. Si è arrivati ad ignorare anche artisti di grande rilevanza come il Luini, che non è neppure presente in mostra. Una mostra che propone cinque opere pittoriche di Leonardo e per il resto una panoramica piuttosto scolastica dei disegni suddivisi per tematiche….che banalità. Per quanto riguarda la scultura non ne è presente neppure una, anche il cavallino ungherese lascia piuttosto perplessi.
Povero Leonardo, avrebbe potuto diventare con questa mostra un figlio adottivo del nostro territorio e di quella natura che lui ha tanto amato e che è presente nelle sue opere più importanti; quella natura che lui diceva dovesse essere il vero motivo ispiratore per un artista, quella natura che lo ha fatto diventare il vero padre delle scienze naturali….ma dove è finita?
In questa mostra è quasi del tutto ignorata.
Prof. Ernesto Solari
Studioso di Leonardo e del territorio Lariano