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Cultura

Un piccolo Louvre da visitare nella campagna parmense

La famiglia dell’Infante don Luis (Francisco Goya)

Una vera e propria sorpresa, questa della “Villa dei capolavori” a Mamiano di Traversetolo, nella campagna di Parma, proprio dove la pianura Padana comincia dolcemente ad ondularsi per diventare collina e poi Appennino.

Qui il collezionista Luigi Magnani (1906-1984) ha concentrato una serie di capolavori dell’arte italiana, ma non solo, che vanno dal Rinascimento fino al Novecento: Filippo Lippi, Ghirlandaio, Dürer, Tiziano fanno da introduzione a Renoir, Monet, Cézanne, De Chirico… solo per citare una minima parte dei pittori che in questa splendida cornice, una villa immersa in un parco all’inglese di dodici ettari, sono ospitati con alcune loro opere.

Giorgio Morandi, amico personale di Magnani, è presente addirittura con circa cinquanta opere, ma non è solo il numero di capolavori che fa di questa collezione, oggi gestita da una Fondazione alla quale il grande collezionista ha lasciato questo immenso patrimonio, un “unicum” che merita sicuramente una visita.

Infatti da Verona ci si può arrivare con l’auto in circa un’ora e mezza e approfittando anche del patrimonio gastronomico di queste terre, che, oltre al celeberrimo Parmigiano Reggiano, annoverano la Coppa di Zibello, il Salame di Felino, la Spalla di San Secondo, per finire con Prosciutti e Culatello, si può pensare ad uno strappo alla dieta, unendo così l’interesse culturale a quello eno-gastronomico. Una passeggiata nel parco potrebbe poi essere utile per smaltire il tutto.

In un’ala della villa vengono anche ospitate mostre temporanee a tema, come quella attualmente allestita e che durerà sino al 5 luglio, dedicata al “Novecento Romano”, dove sono ospitate sculture di Marino Marini, tele di futuristi, come De Pero e Balla, bassorilievi di Manzù, opere di Guttuso, Capogrossi, Casorati, Sironi, Carrà, Mafai, Scipione e tanti altri ancora.

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Comunque imperdibile è il capolavoro di Francisco Goya La famiglia dell’Infante don Luis, una grandiosa tela di 250 per 330 cm che è sicuramente il pezzo più significativo della collezione.

Lorenzo Dalai

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