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Opinioni

Ecco il modello Verona che Tosi propone agli italiani

La “complicità” di un’opposizione tutta concentrata sulle prossime scadenze elettorali

“Come l’araba fenice: che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa”. Questi versi di Metastasio sembrano fatti apposta per il fantomatico “modello Verona” di stampo tosiano di cui tutti i giorni i media locali raccontano, senza tuttavia mai illustrarne i dettagli, ma facendo intendere che potrà essere esportato (eloquente lapsus freudiano per i secessionisti del bel tempo che fu) in tutta Italia, se le cose andranno bene a Tosi nell’epico scontro con Salvini a colpi di skinhead, ex-fascisti, antisionisti, filonazisti su un letto (come dicono ora gli chef) di democristiani bolliti. Con Salvini, ancora più rozzo di lui (e poi dicono che il liceo classico affina le menti!), sarà comunque dura, e c’è da aspettarsi qualche spiffero dalle finestre finora tenute ben chiuse.

Vediamo un po’, che si riferisca questo millantato modello al mai iniziato traforo delle Torricelle? All’Olandese Volante, ovvero la mitica tramvia di Corsi? Al fallimento di Ca’ del Bue? Al piano rifiuti che è un rifiuto del piano? All’intero consiglio AGEC commissariato? Al vicesindaco 12 euro al mq (così sull’Arena del 5 marzo, ma io mi rifiuto di crederlo) finito in galera e poi condannato? Al braccio destro di Tosi, Fabio Venturi, condannato per rivelazione di segreto d’ufficio? Alle parentopoli in AGSM e AMT e chissà dove ancora? Al disastro dell’ordine pubblico, con rapine risse pestaggi e furti in serie? Al record ormai consolidato di inquinamento dell’aria? Alla barzelletta del cimitero verticale? Al Giorlo che va ma che vorrebbe tornare e nessuno lo vuole? Al colossale buco di bilancio della Fondazione Arena e al Girondini che va ma subito ritorna?

A proposito, a quali meriti avrà pensato il commercialista Alberto Mion, in quota PD, per dare il proprio assenso alla sua scandalosa riconferma? Forse, da quando si è fatto crescere barba baffi e favoriti, alla straordinaria somiglianza di Girondini con il Verdi delle mille lire? E del comunicato di avallo dei parlamentari veronesi, in stile Bisanzio, cosa dobbiamo pensare? Quale strategia potrà mai giustificare il loro consenso, sulla testa dei due segretari Salemi e Albertini, alla rinomina del più fallimentare sovrintendente della storia scaligera? Invertiamo le parti, e proviamo ad immaginare per un momento le reazioni di una Lega all’opposizione di fronte allo sfascio della più prestigiosa istituzione cittadina.

Del suo presunto “modello” Tosi dovrebbe semplicemente tacere e non vantarsene nei salotti televisivi di mezza Italia, dove si reca (ne sono più che certo) a spese proprie, visto che è del suo futuro politico che si tratta e non della gestione del Comune. E invece, eccolo partire alla conquista addirittura del Paese: dal “farò” al Faro gli è bastato togliere un accento, fregandosene altamente di una opposizione locale talmente inconsistente che, mantenendo saldo il posto di comando, potrà farsi sostituire nel futuro ormai prossimo anche da un fantasma come Casali, o da uno qualunque dei carneadi che ha portato al governo di questa disgraziata città.

Il nemico per Tosi non è a Verona, perché il triumvirato che in pratica governa il PD scaligero ha ben altre urgenze: un secondo mandato in parlamento, dopo il primo acciuffato per caso (D’Arienzo); una riconferma in regione (Fasoli), insidiata (ma come si permette?!) addirittura da una donna; un terzo mandato a Venezia alla faccia dello statuto (Bonfante).

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Tutto il resto è noia come direbbe Califano.

Mario Allegri

Written By

Mario Allegri ha insegnato letteratura italiana contemporanea alla Facoltà di Lettere di Verona. Ha pubblicato vari saggi letterari in riviste, giornali e presso editori nazionali (Utet, Einaudi, La nuova Italia, Il Mulino). Ha partecipato come indipendente alle primarie 2011 per l'elezione del sindaco a Verona. marioallegri9@gmail.com

5 Comments

5 Comments

  1. MARIO DI GARDA

    09/03/2015 at 12:00

    Articolo interessante.In poche battute è detto tutto.

  2. CRISTINA STEVANONI

    08/03/2015 at 09:42

    Caro Mario, fai bene a ricordarci quali siano le ‘benemerenze’ di Tosi, e le malcelate cadute di tanta parte del ceto politico. Osservo solo che la benemerenza maggiore di Tosi è l’aura, quell’alone mistico che lo circonda, dovunque vada e qualunque sia il suo interlocutore. Tosi è circondato da sovrano rispetto, mette soggezione con quel suo quid fatto di sapiente mistura: scontrosetto perché forse caratteriale; essenziale perché forse afasico; veloce perché forse dittatorello…Questo è il ‘tenore’ dell’uomo, e questo gli viene riconosciuto da chi lo vota e da chi replica il suo personaggio sugli schermi. Ci mancava solo l’imitazione di Crozza! Quanto all’appoggio offerto dal Pd a Girondini (quello che ha contribuito al debito da 25 milioni di euro) ho l’impressione che si tratti d’un preludio: non sta forse avanzando una santa alleanza fra Tosi e Alessandra Moretti? Che altro possono fare i due, se non marciare insieme?

    • MARIO ALLEGRI

      08/03/2015 at 12:52

      Temo che tu abbia ragione, cara Cristina. Ma la sinistra non è nuova ad alleanze incestuose. D’Alema e Berlusconi, ora che tutti criticano Renzi e Berlusconi, ce lo siamo dimenticati? La vecchia mania della “strategia”, perché a sinistra siamo sempre più furbi, no? La “talpa rivoluzionaria” di antica memoria, ecc. ecc.

  3. MARTINO FRANCESCHI

    07/03/2015 at 16:09

    perfettamente condivisibile.

  4. FRANCESCO PREMI

    07/03/2015 at 14:51

    Ma il nemico di Tosi, per lo meno dalle file del PD 3.0 (cioè del terzo tipo, marziano), non viene neanche da Venezia. Parla da sola la bella sviolinata di ieri sera da Mentana da parte della candidata Moretti: il sindaco di Verona che è uscito dalla serenata è un Tosi democratico, moderato, progressista, tollerante e aperto al confronto. Un suo “collega”, in fondo, in uno dei mille lavori che la Moretti ha dovuto fare per tirare avanti (in questo caso, vicesindaco): e si sa, dei colleghi non si sparla. Un Tosi che non è come Salvini, che cavalca l’onda estremista (ma chi è stato condannato per istigamento all’odio razziale? Salvini o Tosi?). Mi piacerebbe sapere perché il PD, per alzare un maestrale sulla palude, non candida addirittura Tosi.

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