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Mion (PD) che vota Girondini è un capolavoro di coerenza

Alberto Mion (PD), che nella Fondazione Arena rappresenta il ministero della Cultura, ha votato insieme agli altri quattro componenti del Consiglio di indirizzo per la riconferma di Francesco Girondini a Sovrintendente dell’Ente lirico. Dopo le bordate del Partito Democratico per la passata gestione, chiusa con 25 milioni di debiti e qualche pasticcio amministrativo, tutta la miseria programmatica di cui Verona è capace si è espressa in questo voto e nella successiva dichiarazione di Mion «Dateci il tempo di capire la situazione».

Cosa ci sia ancora da capire non si sa, ma è un fatto che il sostegno a Girondini dell’ex sindaco di Negrar ridicolizza le invettive di questi anni contro una gestione opaca che riduce il rilancio della lirica e della città a una eterna questua presso ministeri romani e commercianti locali. E condanna la città al più grave dei supplizi, quello di rimanere non solo al palo ma pure senza speranza, se quelli che tanto hanno criticato poi si mettono d’accordo con i criticati. Questo è quanto si capisce e se c’è un problema di comunicazione Mion si spieghi meglio.

C’è un’altra aggravante, questa sì vergognosa. Quella, dopo la riconferma di Girondini, di ventilare l’apertura di uno stato di crisi che andrebbe a ripercuotersi sulle maestranze della Fondazione. E’ pesante, perché di fronte alla possibilità che qualcuno perda il lavoro per effetto del mancato rilancio, che spetta in primo ordine a chi ha le responsabilità maggiori, il PD con il voto di Mion a favore di Girondini crea le condizioni per una continua, lenta inesorabile discesa.

Il voto di Mion è solo uno degli ingredienti di quel brodo di dado del Consiglio di indirizzo della fondazione, uno dei tanti organismi insipidi e da resettare, dove professionalità e competenza non contano più niente perché subordinati a logiche politiche. Perché è questo quello che affiora dopo la riga rossa tirata dal Sindaco Flavio Tosi sui 35 candidati al ruolo di Sovrintendente, tutti clamorosamente bocciati dopo essere stati invitati a candidarsi. Sicuramente nessuno meglio di Girondini, visto anche quanto è pagato: compenso annuo fisso 200 mila euro più trattamento di fine rapporto. Più 50 mila euro di compenso annuo variabile, legato al raggiungimento degli obiettivi.

g.m.

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Quando la statura politica si misura con il doppio decimetro

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