Domenica 22 febbraio alle 19,30 il giornalista e scrittore Enrico Linaria, pseudonimo di Enrico Pieruccini, ha presentato il suo nuovo libro Deccio (Delmiglio Editore, euro 18) alla Coopera 1945 in via Stella 40 di Arbizzano, Verona.
Deccio è un paesino appollaiato sulle colline della Lucchesia, in Toscana, a 400 metri di altezza. Qui lo scrittore ha le sue radici, qui ha trascorso tutte le estati della sua infanzia, osservando abitanti, animali, natura, con gli occhi attenti e impietosi dei bambini. Il tono della narrazione è falsamente leggero, i personaggi non sono macchiette, ma personaggi a tutto tondo e il ragazzino è testimone di un cambiamento rapido e implacabile delle abitudini, degli usi e costumi degli abitanti del paese, con esiti spesso funesti. Tutta l’ Italia, tra gli anni ’60 e ’80, sta cambiando e il cambiamento non risparmia Deccio. L’autore da buon toscano non abbandona mai l’ironia, bonaria e carica di umanità, ma qualche nota triste affiora come quando parla dei boschi di castagni ormai abbandonati per cui non crescono più funghi, gli alberi si ammalano e devono essere abbattuti.
Massimo Totola legge alcuni racconti, suscitando risate tra gli ascoltatori, come quello dell’asino abbandonato dalle truppe tedesche in fuga e che si crede capisca solo la lingua dei primi padroni, o quello sull’uso smodato della parola dialettale “bischero”. Molte negli anni sono state le migrazioni in paesi lontani o più vicini, il paese si è trovato all’inizio di questo secolo spopolato, ma adesso qualcosa sta cambiando, adesso vi abitano 12 persone, e tre sono una giovane coppia con un bambino, altre, stanche di inquinamento e vita frenetica di cui non si capisce più il senso, seguiranno e Deccio ricomincerà a vivere. Questa è la speranza dello scrittore e forse per questo ha scritto il libro.
Le letture si sono alternate alle chiacchierate e a momenti di musica, un bellissimo jazz improvvisato dal percussionista Massimo Rubulotta e dal trombettista Luca Zevio.
La Coopera1945 è osteria, ristorante e luogo di aggregazione di gruppi culturali. E’ un ambiente veramente gradevole: bancone di legno scuro con marmo di Verona, tavoli rettangolari pure in legno, ognuno con una rosa dai petali arancio nel vaso, alle pareti quadri moderni che danno luminosità e colore. L’atmosfera è accogliente, le persone gentili, un bicchiere di vino e ci si sente tra amici. La stanza non era affollata ma tutti, anche gli avventori di passaggio, hanno seguito e ascoltato con interesse e partecipazione.
Bona Fiori