Porre un limite alla nostra e altrui libertà è un esercizio che ciascuno di noi fa nella vita di tutti i giorni. Infatti per convivere, in famiglia come nella società, oltre al principio di libertà occorre assimilare anche il manuale che ne regola l’esercizio. Quando però ci troviamo in presenza di una forte prevaricazione, come nel caso del massacro di Parigi, non è più possibile applicare lo stesso ragionamento come in tanti, anche interpretando le parole del Papa, stanno invece cercando di fare. Siamo decisamente su un altro piano.
Dopo quanto è successo è infatti difficile, se non impossibile, distinguere la prudenza dalla paura, e se non si reagisce alla paura difendendo con vigore la propria libertà ne deriva un grande danno per l’intera civiltà, perché viene messo in discussione il principio stesso su cui essa si fonda. Al di là del pugno di Francesco, che è servito solo a stupirci per i voli pindarici di chi ha fornito chiavi di lettura assai poco probabili, la questione è quella di un’Europa in bilico tra il desiderio di rimuovere e la necessità di metabolizzare una risposta adeguata.
Giorgio Montolli