Lo Studio Cancrini sul traforo trova il cavillo per arrivare alla firma del contratto per poi modificare in un secondo tempo il Piano economico
«Il parere dell’Autorità anticorruzione sembra essere passato come acqua fresca per Sindaco e giunta comunale». Lo dichiara il capogruppo del PD in Consiglio comunale Michele Bertucco (PD) dopo che l’Amministrazione è tornata improvvisamente a pigiare l’acceleratore sul progetto originale a due canne del Passante Nord
Ricordiamo che nei mesi scorsi, a causa dell’insostenibilità dell’opera, l’Amministrazione comunale aveva lanciato l’idea di un Traforo a una sola canna, con doppio senso di marcia. Escamotage bocciato dall’Autorità anticorruzione che aveva ritenuto questa strada non praticabile senza ricorrere a un’altra gara di appalto.
Non è che nel frattempo si siano trovati i soldi, ma un’altra alchimia è nata ieri nello studio romano dell’avvocato Cancrini durante una riunione a cui hanno partecipato il sindaco Flavio Tosi e l’assessore alla mobilità Enrico Corsi. Un altro escamotage che consentirebbe di modificare il Piano economico finanziario dopo la firma del contratto perché, secondo un cavillo legale, le condizioni per accedere al credito sarebbero mutate rispetto alla prima proposta di project financing che risale a sette anni fa. A questo punto le firme potrebbero siglare il contratto già nei prossimi giorni.
Secondo Bertucco «la situazione economica attuale non è molto diversa da quella del marzo 2013 quando la gara del traforo fu aggiudicata. Non si comprende bene quindi quali sarebbero i i fatti eccezionalmente negativi che potrebbero legittimare una variazione del Piano economico finanziario. Ad ogni buon conto, se davvero esiste un parere dello Studio Cancrini, chiederò di acquisirlo».
«Tosi e compagnia – stigmatizza il consigliere del PD – continuano a non capire che il problema di fondo non riguarda tanto il costo del denaro ma la sostenibilità finanziaria dell’opera che le banche, prima del parere legale dell’Anticorruzione, avevano già giudicato inadeguata. Continua a stupire l’accanimento con cui l’amministrazione tenta di rendere profittevole un’opera che non lo è, sostituendosi di fatto alle mansioni dei privati, cui spetterebbe trovare i finanziamenti, se davvero ci credono».

