Due storie che raccontano di illusioni, dolori, drammi, rapporti con compagni violenti e malati
Giovedì 27 novembre, al Teatro Camploy, l’assessorato delle pari Opportunità e il Centro antiviolenza Petra hanno organizzato una rappresentazione teatrale tratta da due racconti della scrittrice Susanna Tamaro e interpretati dall’attrice Laura Lattuada. L’evento fa parte delle iniziative che si stanno susseguendo, in questi giorni in città, nell’occasione della Giornata mondiale dedicata alla violenza sulla donna.
In apertura, due psicologhe responsabili del Gruppo Petra, colgono l’occasione per spiegare al pubblico, piuttosto scarso, l’importanza di questo Centro, dove tutte le donne che subiscono violenza possono rivolgersi, per iniziare un percorso di salvezza, essere seguite e supportate.
Laura Lattuada entra in scena e subito colpisce la sua splendida ed intensa recitazione.
L’attrice interpreta due storie differenti di donne, ma egualmente forti, estreme e tragiche. Raccontano di illusioni, dolori, drammi, di rapporti con compagni violenti e malati. Verità che spesso le protagoniste nascondono a se stesse per incapacità emotiva di reggere i fallimenti delle loro scelte, preferendo così subire il dramma della violenza, sino alle sue estreme conseguenze. E, come uno dei racconti evidenzia, purtroppo, da queste tragiche vicissitudini non sono esentate anche donne emancipate, culturalmente attrezzate.
Dunque due storie di vita che, comprensibilmente, lasciano sconvolto il pubblico. Ma, ci rassicurano le operatrici di Petra, non finisce sempre così. Molte donne infatti, quando trovano il coraggio di denunciare i soprusi e accettano di farsi aiutare, ne escono.
Da circa un anno e mezzo, sempre presso questo Centro, è attivo anche un luogo di ascolto e aiuto rivolto agli uomini violenti. Io credo che principalmente in questa direzione ci sia molto lavoro da fare.
Betty Marchi