Tira una brutta aria per il prode Flavio: la sua fondazione Ricostruiamo l’Italia non decolla, in Veneto con Zaia la partita è già chiusa e anche a Verona si avvertono sinistri scricchiolii
Era abituato a vincere facile Flavio Tosi, contro avversari inconsistenti dentro e fuori il suo schieramento. Bella forza farsi princeps tra i Paternoster, i Corsi, i Tosato, i Lella, i Venturi, i Girondini, i Meocci e compagnia bella, e sbaragliare i fantasmi dello schieramento opposto. È a livello nazionale che adesso si parrà la sua nobilitate e le premesse non fanno ben sperare. La sua Fondazione, di cui attendiamo ancora di conoscere i sostenitori finanziari (sarebbe un normale gesto di trasparenza democratica), è un oggetto indecifrabile nel programma, riassunto nel vago e banale slogan “Ricostruiamo l’Italia” (peraltro distrutta da governi di cui la sua Lega ha fatto abbondantemente parte) che vuol dire tutto e niente.
L’abbraccio con Passera (risparmiamoci la battuta), inconsistente ministro del governo Monti odiatissimo dalla Lega, banchiere già indagato in passato per reati fiscali e da pochi giorni rinviato a giudizio per truffa pluriaggravata e continuata, lascia perplesso il popolo leghista, che per anni aveva sentito tuonare i propri leader contro i banchieri affamatori degli onesti. E tutto questo proprio mentre Salvini, con uno spericolato sorpasso in curva, rispolvera gli slogan più beceri (ma molto efficaci a quanto pare) del leghismo d’antan, stringe alleanza con fascisti e nazisti, prende pure i soldi dal compagno Putin, combina affari con i coreani del nord e già che ci siamo si candida a premier del centrodestra, raccogliendo qua e là anche gli stracci di Forza Italia.
Tira una brutta aria per il prode Flavio, e non solo perché nel suo Veneto con Zaia la partita è già chiusa: anche a Verona si avvertono scricchiolii sinistri nel suo sistema di potere. Gran brutto segno quando i topi cominciano ad abbandonare la nave e lo annunciano addirittura sul giornale di sostegno. Ma dove pensano di andare, rivoltandosi contro il dio che soffiando sulla loro povera creta li ha fatti uscire da uno squallido anonimato?
Con tutta l’avversione politica che nutriamo per Tosi, stavolta stiamo dalla sua parte: il leone ferito è sempre più simpatico degli asini che gli tirano calci.
Mario Allegri

Mario Allegri ha insegnato letteratura italiana contemporanea alla Facoltà di Lettere di Verona. Ha pubblicato vari saggi letterari in riviste, giornali e presso editori nazionali (Utet, Einaudi, La nuova Italia, Il Mulino). Ha partecipato come indipendente alle primarie 2011 per l'elezione del sindaco a Verona. marioallegri9@gmail.com
