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Opinioni

Il gioco d’azzardo è molto diffuso anche a Verona

In Italia circa un milione di persone è affetto da ludopatia, mentre due milioni sono seriamente a rischio di diventarlo

“Buco” di un’ora nell’orario scolastico. Non riesco a tornare a casa a farmi da mangiare perciò mi infilo malvolentieri in un bar e ordino un tramezzino. Mi siedo e mi guardo intorno: una persona intenta a giocare ad una slot machine attira la mia attenzione perché la conosco bene. Mi alzo e vado a salutare, contenta di fare due chiacchiere ma… nemmeno risponde al saluto e continua a giocare. La cassiera scuote la testa.«Quando è lì non c’è nient’altro», sussurra. Ed è proprio così, posso constatarlo settimana dopo settimana, quando per lo stesso motivo entro nel bar.

Quella del gioco d’azzardo è una piaga molto diffusa anche a Verona. Gratta e vinci, Lotto, macchinette nei bar e in altri esercizi commerciali, sale slot… Da una veloce occhiata su internet, risulta che nella nostra città ci siamo sette sale Admiral e un’altra decina abbondante di altre sale con scommesse e giochi vari. Ne aprono di nuove in continuazione. Se pensiamo poi a tutte le altre forme di gioco d’azzardo che si trovano in vari luoghi pubblici ci si rende conto delle dimensioni del fenomeno.

L’Italia ha il triste primato europeo in questo settore; l’industria dell’azzardo è la terza per fatturato del nostro Paese. Il fatto è che, mentre fino agli ultimi anni del secolo scorso questa attività era considerata da tutti, governanti inclusi, un pericolo sociale, ora la si incentiva al massimo.

Eppure le conseguenze del gioco sono ben note a tutti: a volte si arriva a perdere tutto, a indebitarsi, a rivolgersi agli usurai pur di continuare in questa folle corsa nella speranza che arrivi “la volta buona”; per non parlare dei costi anche pubblici di un intervento di “disintossicazione”. Secondo uno studio IPSAD, in Italia circa un milione di persone è affetto da ludopatia, mentre due milioni sono seriamente a rischio di diventarlo. Circa diciassette milioni di persone hanno giocato soldi occasionalmente. I giocatori patologici sono soprattutto maschi, disoccupati, persone con un livello di istruzione basso e di scarso reddito. Sono in aumento le giocatrici.

L’offerta è cosi’ insistente e capillare che non si può fare a meno di imbattersi in questo tipo di proposte: su internet, sui cellulari, in TV, per strada. In particolare, ora ci si sta rivolgendo ai bambini con vere e proprie campagne di marketing; ci sono applicazioni adatte a cellulari, palmari e tablet che pur sembrando giochi inoffensivi utilizzano modalità mirate a creare dipendenze. Pare che al momento siano circa una trentina.

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Occorre porre un limite a questa piaga sociale, anche se procura introiti molto alti; anche grazie all’azione di comitati e associazioni come Libera i nostri amministratori se ne stanno rendendo conto e in varie regioni e città si deliberano regolamenti per limitare il fenomeno. Anche il Consiglio Comunale di Verona ha approvato un documento in questa direzione, poche settimane fa.

Speriamo vivamente che vi sia la volontà, da parte di chi ci governa e amministra, di iniziare una seria battaglia contro il gioco d’azzardo, resistendo alle sirene del facile profitto a favore del benessere sociale.

Paola Lorenzetti

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1 Comment

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  1. GIANNI PERLINI

    17/11/2014 at 08:31

    Le giocate stanno aumentando in maniera vertiginosa confermando il fatto che, più va male, più si è portati a cercare fortuna attraverso altre vie, e il gioco è lì a portata di mano, legalizzato e ampiamente sponsorizzato e pubblicizzato ad ogni ora del giorno. “Giocate, ma con moderazione” ci dicono dagli schermi televisivi, usando quel “moderazione” per cercare di tacitare quel niente di coscienza che si ritrovano. E inevitabilmente il gioco finisce per diventare un’ossessione, una malattia, una droga dalla quale è impossibile uscire senza un adeguato aiuto.
    Quando entriamo in un bar dove ci sono quelle maledette macchinette mangiasoldi, spendiamo pochi secondi del nostro prezioso tempo e guardiamo le persone che stanno giocando: facce senza espressione, occhi fissi quasi a guardare il vuoto, labbra senza sorriso: sembra di avere davanti degli automi che inseriscono automaticamente una moneta dietro l’altra in quel pozzo senza fondo che, forse, qualcosa ti restituirà ma non certo quanto tu gli dato. Chi gioca non guadagna niente, gli altri si: lo Stato in prima fila.

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