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Latouche e la lunga marcia verso un nuovo equilibrio

LATOUCHE A VERONA – È nella crisi che, come insegna Einstein, nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie

Per Serge Latouche quella di Verona è una tappa importante della sua lunga marcia verso la decrescita. Il lungo cammino di una speculazione filosofica ed economica che, affermatosi per la sua originalità a partire dagli anni ’70, procede approfondendosi, allargando la platea dei suoi sostenitori e interlocutori. Un appuntamento, questa volta all’Università, che a molti può apparire provocatorio perché parlare di decrescita oggi e soprattutto proporla come via d’uscita dalla crisi suona scandaloso. Ma decrescita, per Latouche, non è sinonimo di recessione, impoverimento, come comunemente si pensa, e lo studioso è qui per aiutarci a chiarire ogni equivoco che la questione può suscitare.

E’ proprio la crisi economica, legata alla profonda sofferenza dell’ecosistema del Pianeta, ad orientarci verso un pensiero che da sempre si pone radicalmente critico nei confronti del modello di economia abbracciato dall’Occidente. Una ideologia di mercato che progressivamente ha alimentato l’idea di uno sviluppo infinito del mondo alleandosi con la delirante volontà di potenza di un uomo che è andato autolegittimandosi fautore di tale idea di grandezza. Con tutte le drammatiche conseguenze che attualmente stiamo sperimentando in termini di disastri ambientali e sociali, di rischio della stessa sopravvivenza del Pianeta.

E’ infatti nella crisi che, come insegna Albert Einstein, nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. E’ qui che il pensiero si rinvigorisce, che l’intellettuale emerge come figura di rilievo che riscopre la sua mission di educatore irriverente. Sia esso scienziato, letterato, artista o cineasta, è chiamato al suo compito di provocare le coscienze, coinvolto nello strenuo tentativo di liberarle dalle maschere di un potere asservito alla cinica logica del mercato.

Dunque, uomini di pensiero, artisti, che si trovano a essere impegnati in quella dura operazione di «decolonizzazione dell’immiginario» di cui parla Latouche e che ci vuole tutti infaticabili produttori e consumatori di merci. Informare, trasmettere conoscenze, muovere riflessione critica, discussioni dialettiche, negli atenei come nelle agorà, diventa il loro impegno. Consapevoli più oltre che «la vera crisi, è la crisi dell’incompetenza» come ricorda ancora Einstein, là dove lo spirito si è assopito e si lascia incantare, confondere, dal potere economico dominante e dai suoi demagoghi di turno perché incapace di anteporre proprie convinzioni, argomentazioni.

Serge Latouche a Verona ci sfida come teste pensanti che vogliono capire, interloquire, mettersi in discussione rispetto a questioni, problematiche che ci coinvolgono direttamente e drammaticamente come abitanti di questa Terra, rispetto alle quali non si può più tergiversare. Benvenuto Serge!

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Corinna Albolino

Written By

Originaria di Mantova, vive e lavora a Verona. Laureata in Filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si è poi specializzata in scrittura autobiografica con un corso triennale presso la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Arezzo). In continuità con questa formazione conduce da tempo laboratori di scrittura di sé, gruppi di lettura e conversazioni filosofiche nella città. Dal 2009 collabora con il giornale Verona In. corinna.paolo@tin.it

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