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Cultura

Mart, visita alla mostra «La guerra che verrà non è la prima…»

Il 3 ottobre è stata inaugurata al Mart di Rovereto la mostra La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014. Tale progetto realizza il completamento di un percorso sulla Grande guerra che si sviluppa nelle tre sedi del museo, arricchito inoltre da un vasto programma di eventi, incontri e convegni. La mostra è un progetto diretto da Cristiana Collu, in collaborazione con esperti di storia e arte contemporanea, con importanti istituzioni culturali nazionali e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il percorso si muove tra documentari, installazioni video, film, piccoli ambienti, sculture, quadri, fotografie, giocattoli, locandine di opere teatrali, cartoline, corrispondenze, vecchi giornali e numerosi oggetti che riportano ai tempi passati. Si nota quanto, soprattutto in altri periodi storici, il tema della guerra fosse inserito nella quotidianità delle persone. La grammatica espositiva è dinamica, non c’è una logica di fruizione prestabilita, l’osservatore è libero di entrare e muoversi in base al proprio sentire personale. Alcuni passano molto tempo a leggere le corrispondenze, altri si rinchiudono davanti a qualche schermo, c’è chi osserva tutto con rapidità e chi contempla le opere di grandi artisti contemporanei, dai futuristi a Alberto Burri, da Marc Chagall a Enrico Baj e moltissimi altri.

Antropologia, arte e storia si mischiano fornendoci una visione trasversale che partendo dal nucleo centrale dedicato alla Grande guerra arriva ai conflitti dei nostri giorni. Il passato si contestualizza portandoci a riflettere sulla situazione attuale e invitandoci a disegnare quella futura. Ogni guerra è diversa ma contemporaneamente simile. In epoca contemporanea, nel nostro paese, i conflitti ci sfiorano senza colpirci ma il nostro passato ci rammenta che non sempre è stato così. Il mondo si rimpicciolisce costantemente, per questo ogni guerra, dovrebbe essere un dramma che ci coinvolga a livello globale.

“La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”. A partire dal titolo della mostra, citazione di una poesia di Bertold Brecht, evince una scelta coraggiosa che inevitabilmente si schiera dalla parte di chi soffre e di chi è più debole.

Zeno Massignan

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